Frenata del Governo sulla Cispadana
Autostrada esclusa dal decreto “Sblocca Italia”. Pattuzzi: «Manca ancora il parere della Via, ma serviranno soldi statali»
Per giorni l’autostrada Cispadana era stata blindata nel decreto “Sblocca Italia”, che il governo ha appena varato. Sul piatto sarebbero dovuti arrivare ingenti fondi a sostegno del progetto, i cui costi iniziali - 1,1 miliardi a bando di gara - sono col tempo lievitati di almeno già 200 milioni. Ma quella copertura le casse statali non erano in grado di sopportale e così si è scelto di rinviare il procedimento quantomeno fino alla legge di Stabilità, la stessa che dovrà prevedere le zone franche urbane per le aree terremotate. La comunicazione della bocciatura temporanea del progetto si è fatta strada mercoledì e neppure un ultimo tentativo della Regione è riuscito ad invertire la rotta contabile. Tanto che il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha comunicato personalmente, supportato dal sottosegretario Graziano Delrio, la frenata ai vertici di viale Aldo Moro e soprattutto ad Autobrennero, cioè alla società che dovrà realizzare la criticata autostrada.
«Sinceramente per noi cambia poco - spiega il presidente di Arc, Graziano Pattuzzi - Non si tratta di una bocciatura, ma di un rinvio a causa delle mancate coperture economiche. Tra l’altro il procedimento è ancora sottoposto alla valutazione di impatto ambientale e non ci attendiamo una risposta prima dell’inizio di ottobre. È abbastanza scontato che la commissione che sta analizzando il progetto avanzerà delle prescrizioni a cui dovremo rispondere nel merito senza contare che un parere contrario del ministero dei Beni culturali potrebbe portare ad un ulteriore passaggio in Consiglio dei ministri. Fatto sta che il finanziamento della Cispadana andrà inevitabilmente discusso nelle legge di Stabilità».
I tempi dell’eventuale realizzazione dell’autostrada slittano ancora una volta e tra integrazioni, deduzioni e osservazioni servirà almeno un altro anno di pura burocrazia, il che porta il cantiere a non prima della fine del 2015 o inizio 2016.
Ma perché la Cispadana, finanziata in project financing con fondi privati (Autobrennero) e pubblici (Regione), dovrebbe incassare anche soldi statali? Semplice, i costi continuano ad aumentare. A bando di gara si parlava di un miliardo e 170 milioni, diventati poi 1,3 miliardi nel 2012 e che oggi devono tenere conto di numerose altre discriminanti: ci sono le opere complementari (tangenziali, complanari, aree di rispetto ambientale, progetti compensativi) che ogni Comune interessato continua a pretendere e a far lievitare, ma soprattutto è il piano economico iniziale che con le nuove stime fatica a sostenersi. Le simulazioni infatti parlano di un crollo del traffico autostradale di circa il 20% che comporta di fatto una riduzione degli incassi sui pedaggi e quindi minori ricavi. A ciò va poi aggiunto la delocalizzazione post-terremoto di alcune importanti aziende del cratere, che di fatto diminuisce la circolazione di merci e persone.