Balzani e Bonaccini: «Io meglio di te»
Primo confronto tra i candidati alle primarie Pd. Il dibattito si scalda su infrastrutture e nozze gay. Il forlivese vince ai punti
Viabilità e infrastrutture, ma anche nozze gay e conoscenza del territorio. Sono alcuni dei temi toccati nel primo faccia a faccia tra i due aspiranti governatori, in lizza alle primarie del Pd. Stefano Bonaccini e Roberto Balzani si sono ritrovati sul palco della festa di Bologna per farsi conoscere. Secondo l’applausometro ad uscirne vincitore è stato Roberto Balzani; ma c’è chi fa notare che si tratterebbe di risultato “dopato” visto che la claque dell’ex-sindaco di Forlì era decisamente più guarnita.
Di certo i primi commenti degli osservatori parlano di una vittoria ai punti per Balzani. Il forlivese è apparso brillante e a suo agio, ma a fine confronto avvisa: «L'applausometro non mi interessa, questa platea è molto importante ma a mio avviso non è quella decisiva» per vincere. Come Renzi, insomma, Balzani ambisce ad andare fuori dal tradizionale recinto del partito o dei partiti. A proposito, l'intero stato maggiore di Sel (oltre quello Dem) era presente al Parco nord e ora dovranno scegliere se stare con un candidato che vuole le nozze gay ma anche le grandi opere (Stefano Bonaccini) o con uno che critica il registro di Virginio Merola ma si batte da anni contro gli inceneritori. Quanto a Bonaccini, in ripresa dopo lo stop ordinato dai medici, ha ribadito le linee politiche della sua candidatura ma è rimasto forse un po' più sulle generali sulle proposte.
È vero che almeno apparentemente le parole d'ordine si somigliano (“zero consumo di suolo”, “burocrazia zero”) ma Balzani ha avuto più tempo per elaborare le proprie idee.
Quanto a Bonaccini, per lui l'elettore ideale è quello che va a votare: chiunque vinca «saremo più forti dei 266 che hanno votato la candidata a Cinque stelle», per la quale il segretario regionale Pd (autosospeso) ha ribadito il proprio incoraggiamento.
Di sicuro lo scontro tra l'ex segretario regionale e l'ex sindaco di Forlì non sembra destinato a creare spaccature insanabili. Entrambi - hanno detto dal palco - sono pronti a collaborare con l'altro in caso di sconfitta. E su molti punti le loro proposte sono più simili di quanto sembri. A dividerli lo stile (Bonaccini più da arringa, forse per la prima volta con il tono del candidato “forte”; Balzani più professorale in alcuni passaggi e con un minimo di vis polemica da outsider) e, nei contenuti, “solo” il giudizio sul passato prossimo e, un po’ a sorpresa (Sel non ne sarà contenta) un tema poco regionale come quello dei diritti. Balzani è infatti più critico sulla giunta Errani («ma sul progetto - ha spiegato - non sulla persona»), troppo limitata alla gestione e alla negoziazione e poco capace di scegliere, per cui ha in mente una Regione che «deve recuperare una visione politica fortissima» che a suo giudizio è mancata.
Bonaccini ha rivendicato i risultati di una terra che «su molti temi, ha raggiunto standard che la pongono ai vertici europei ma su una cosa non ce l'ha fatta: dobbiamo fare una lotta alla burocrazia». Sui diritti, poi, Balzani è stato molto timido. Criticando la scelta del sindaco di Bologna di registrare i matrimoni gay contratti all'estero che ha portato ad una forte frizione tra Comune e Prefettura: «Ci sono delle leggi - ha detto dopo aver ricordato di essere laico e con una concezione liberale e libertaria dei rapporti tra individui - non capisco il conflitto tra i poteri dello stato. Sui temi etici non farei della propaganda». Bonaccini, ha invece approvato la «forzatura» di Merola, spiegando di essere favorevole ai matrimoni gay.
Un po’ di “scintille” quando si è arrivati a parlare di grandi opere e infrastrutture.
«Il passante nord va fatto», così come la Cispadana, e «serve il people mover» tra aeroporto e stazione di Bologna. Con questi concetti Stefano Bonaccini ha “blindato” le grandi opere previste in regione e da tempo oggetto di discussione. «Va bene studiare costi e benefici, ma a Bologna sono vent'anni che si discute e le opere non si fanno», ha sottolineato Bonaccini .
Subito rintuzzato da Balzani «Però abbiamo governato noi a Bologna e ha ribadito: Vorrei evitare di sostituire il mattone con lo stradone», dice in un passaggio. E anche a proposito del people mover «se si tratta di tirare fuori soldi benefici dobbiamo fare un'analisi sosti-benefici. Ci deve essere una sostenibilità e deve essere chiari chi paga».