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«Un grosso rischio accorpare le parrocchie»

«Un grosso rischio accorpare le parrocchie»

Don Lumetti di Madonna di Sotto critico sulle Unità pastorali: «Attenzione a non perdere l’identità»

20 settembre 2014
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Sì è parlato molto delle Unità pastorali a Sassuolo: la prima, che ha accorpato San Giorgio, Sant'Antonio e San Giovanni Neumann, è già operativa e il nuovo parroco unico si è insediato pochi giorni fa. Ma di accorpamenti ne arriveranno altri, già dal 2015 potrebbe toccare a Braida, Madonna di Sotto e Ancora. Il parroco di Madonna di Sotto, don Achille Lumetti, invia una riflessione su questo cambiamento: non un attacco, ma una posizione sicuramente critica.

«Piccole parrocchie, sacerdoti in età avanzata, quasi nulla le ordinazioni di nuovi sacerdoti. Viene deciso l’accorpamento di parrocchie con un solo parroco e altri sacerdoti collaboratori. Ma non si possono cancellare per decreto mille e più anni di storia di tante realtà e identità parrocchiali. Non sempre l’unione di parrocchie consente di risparmiare forze e risorse. Sovente, mega-strutture significano mega impegni insostenibili. Cancellando le parrocchie si cancella un patrimonio di tradizioni e aggregazioni sociali e religiose». «I parroci di queste comunità - continua don Achille - hanno una storia e una dignità. Unire le parrocchie per unificare i servizi religiosi può essere utile e necessario, ma non si possono fondere le identità di parroci che si sono dedicati con zelo e impegno alle loro dimenticate parrocchie, per le quali essi non rappresentano più nulla di autentico. Unire non è sinonimo di soppressione. Unire non significa fusione. Il progetto unità pastorali si deve muovere con fraternità, consulenza e tanto rispetto per il cammino polveroso del passato. Le unità pastorali riducono le quantità ma accendono la scommessa della qualità. Auspichiamo che tutto ciò che viene proposto, non equivalga a una rottamazione del passato nel suo ambito di tradizioni, usi ambiente e devozioni che per anni lo ha qualificato».

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