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Con figli e casa piccola Tasi più leggera dell’Imu

di Stefano Luppi
Con figli e casa piccola Tasi più leggera dell’Imu

Abbiamo confrontato gli importi delle due imposte sulla prima abitazione con 70 mq si risparmiano 19 euro, ma se si superano i 120 sono 63 euro in più

21 settembre 2014
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Casa piccola, Tasi piccola, ma se la casa è appena più grande, la “stangatina” è assicurata. Questo quanto emerge esaminando le statistiche sull’introduzione della nuova tassa sulla casa che ha sostituito l’Imu.Modena è un comune virtuoso dal punto di vista del rispetto dei tempi burocratici legati alla Tasi, la tassa sulla casa che sostanzialmente ha sostituito l'Imu.

E grazie a questo ha potuto inviare per tempo al ministero delle Finanze la delibera comunale sulla contribuzione locale così i cittadini hanno potuto pagare la prima rata lo scorso 16 giugno, mentre per il saldo ci sarà tempo fino al 16 dicembre. Grazie al fatto che il ministero delle Finanze ha pubblicato i dati di 6mila 600 comuni sugli 8mila italiani è possibile fare un confronto e capire che i modenesi sono cittadini “fortunati” o meno riguardo alle tasse sull'abitazione. Prendiamo per primo un appartamento di valore “medio” di 70 metri quadrati e confrontiamo la cifra relativa all'Imu del 2012 (ultimo anno in cui si è pagata secondo la vecchia formula).

A Modena il ministero delle Finanze spiega che la cifra media è di 25 euro a fronte di una Imu che era pari a 44, con un risparmio quindi che farà felici molti: 19 euro in meno. Non c'è paragone con i cittadini delle città vicine, basti pensare che a Bologna per la stessa abitazione mediamente la Tasi vale 208 euro a fronte dei 210 di Imu, con un risparmio sì di due euro ma su un totale altissimo. Ma anche a Ferrara questo alloggio è più caro: ora la Tasi è di 136 euro, altissima rispetto ai 76 di Imu 2012, mentre a Piacenza i dati sono più simili ai nostri visto che si spende 25 euro di Tasi all'anno ma l'Imu era di appena 11 euro con una cifra che dunque è più che raddoppiata. Certo, la vicina Reggio è “fuori categoria”, visto che per 70 metri non si spendeva nulla di Imu e non si spende nulla di tasi. Le cose cambiano molto, anche per Modena, se prendiamo a esempio una casa più ampia, di 120 metri quadri. Ora la Tasi è un “botto” di 387 euro mentre l'Imu 2012 era pari a 324 euro con un aumento medio che dunque è di ben 63 euro. Insomma l'amministrazione modenese pensa che chi ha meno debba pagare meno, chi di più debba contribuire di più. A Reggio invece la pensano in modo differente, oltre a partire da cifre nettamente più basse di Modena per lo stesso alloggio: i “cugini” ora pagano di tasi 265 euro, mentre l'Imu era a quota 298 con un risparmio di 33 euro. Sostanzialmente invariato invece l'esborso dei bolognesi che dai 549 euro di Imu passano a una Tasi di 548. Si abbassa molto passando da 526 a 479 euro anche la tassazione a Rimini così come a Parma dove il risparmio tra Imu e Tasi è addirittura pari a 182 euro. Insomma per chi sta a Modena e non è certo ricco se ha un appartamento di 120 metri il portafoglio diventa molto più leggero che altrove. Va però ricordato che a Modena la Tasi si paga solo per le abitazioni principali, cioè la “prima casa”, oltre ai fabbricati agricoli a uso produttivo, mentre è confermata la “Tasi zero” per tutti gli immobili su cui si paga l'Imu. Già perché quest'ultima tassa è stata sì eliminata per le prime case, ma sopravvive per altre tipologie di immobili. Insomma un gran caos, da parte del governo di Roma. Tornando sotto la Ghirlandina: l'aliquota massima della Tasi sull'abitazione principale è pari al 3,1 per mille, rispetto al 3,3 possibile con l'aggiunta di una serie di detrazioni: da 120 a 10 euro, a scalare, per rendite catastali da 300 a 570 euro (sono previsti dieci scaglioni), oltre a 50 euro in meno da pagare per ogni figlio convivente fino a 26 anni. E a proposito delle famiglie, risulta che Modena è tra le città in cui si pagherà meno a seconda del numero dei figli. per la precisione in media - 41 euro rispetto all’Imu. La Tasi, acronimo che significa “tassa sui servizi indivisibili”, si paga anche con aliquota al 2,5 per mille sugli alloggi costruiti, ma non ancora inseriti sul mercato. Un bell'aiuto, questo, alle imprese e cooperative edili che hanno in portafoglio numerosi alloggi costruiti ma non venduti causa crisi.