Gazzetta di Modena

Modena

Dopo la rapina una “festa per la vita”

di Stefano Totaro
Dopo la rapina una “festa per la vita”

Rinfresco offerto al quartiere. Giuliana Tonini: «Non dobbiamo vivere nella paura, mia figlia si merita un altro futuro»

21 settembre 2014
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«Dobbiamo darla vinta a tre persone violente e rinchiuderci, rintanarci in casa guardando tutti e tutto con diffidenza, lasciando che trionfi la paura? Quale futuro possiamo dare a nostra figlia? Anzi, come potrà crescere lei in un ambiente fatto di timori, di angosce che le vengono trasmesse direttamente dai suoi genitori? Che adulto diventerà se ha dovuto vivere in questo modo? No, non ci stiamo. Non ce lo meritiamo noi e non se lo merita certo nostra figlia. Per tre persone che sbagliano ci sono centinaia, migliaia di persone che vivono onestamente e che, sottolineo, vivono. E sono quelle, fra l’altro, che ci sono state vicino, che sono venute a trovarci, che si sono strette a noi dopo quello che ci è capitato. Per questo abbiamo voluto fare una festa, un rinfresco per tuti quelli che si sono presentati sabato in bottega. Una festa per tutti, per la vita, perché non vinca la paura».

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Giuliana Tonini, moglie di Guerrino, vittima della brutale rapina avvenuta sabato scorso nella loro salumeria-gastronomia di via Bergamo, abbraccia la figlia tra i banchetti ancora addobbati fuori al negozio e sorride. «Le bastonate passano - dice toccandosi i cerotti che ha sul capo, nascosti tra i capelli biondi - fra un po’ io e Guerrino saremo del tutto guariti, i lividi spariranno. Tutto resterà un ricordo, una brutta esperienza. Ma basta con la paura. Nessuno poteva immaginare che quei banditi avessero una reazione così violenta e comunque sia, è andata. Siamo qui e continuiamo con il nostro lavoro, servendo la gente che ci viene a trovare». E infatti ieri mattina è stata festa. La silenziosa e stretta via Bergamo è stata teatro di una piccola processione di cittadini: famiglie del quartiere, massaie con i figli, mamme, semplici conoscenti, altri che “abbiamo saputo dai giornali...” si sono trovati tutti con una bibita, con una pasta, con un caffè. Un grande abbraccio «Che ci dà nuova forza- aggiunge Giuliana- perchè nei giorni subito dopo il fattaccio abbiamo potuto provare quanto sia stato importante una parola di conforto, una stretta di mano, una telefonata. È anche per questo che abbiamo fatto la festa, come per ricambiare la forza che tanti ci hanno dato». «Anche il sindaco Muzzarelli - dice Guerrino- ci è stato vicino. Il fatto che ci abbia contattato ci ha fatto sentire non soli, non abbandonati. Siamo stati anche contattati dal Comune, per attivare le pratiche per accedere ad un eventuale contributo che viene riservato a chi è stato vittima di reati, una specie di risarcimento al danno morale. Ma al di là di questo sono rimasto come stupito, non mi aspettavo mi contattasse e mi ha fatto tanto piacere».

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