Gazzetta di Modena

Modena

Legano la badante e rapinano un malato

Legano la badante e rapinano un malato

Finale. Due banditi sono entrati in casa a mezzanotte per fuggire con 2mila euro in contanti, computer e un tablet

21 settembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





FINALE. Una rapina dai risvolti ancora in parte misteriosi e sui quali stanno lavorando i carabinieri di Finale, accorsi poco dopo mezzanotte in via Don Orione. Lì abita un uomo malato insieme alla badante straniera. È stata lei a dare l’allarme, rivolgendosi ad un vicino dopo che i banditi l’avevano legata per poi rovistare in tutto l’appartamento e fuggire con 2mila euro in contanti, un computer portatile ed un tablet.

L’azione criminale inizia venerdì notte: i due rapinatori entrano nella palazzina suonando il campanello. Salgono le scale e arrivano fino al secondo piano dove vivono le due vittime. Il padrone di casa è già a letto, è infermo e non si accorgerà di nulla. A venire travolta dalla violenza dei balordi è invece la sua badante extracomunitaria. È lei ad aprire la porta e in pochi istanti, racconterà ai carabinieri, viene spintonata a terra. I banditi sembrano dei professionisti perché agiscono con il volto coperto da passamontagna e in tasca hanno anche del nastro adesivo, che verrà utilizzato per legare i polsi della donna. Un indizio che lascia ipotizzare come fossero preparati e disposti a tutto pur di completare l’opera.

Una volta resa inoffensiva la badante, che pur avendo la bocca libera non strilla, i due possono tranquillamente ispezionare l’abitazione. Aprono cassetti, cercano ovunque e quando sono soddisfatti del loro bottino si dileguano nel buio. La donna può così chiedere aiuto, si reca dal vicino di casa e allerta i carabinieri.

Le pattuglie di Finale arrivano rapidamente in via Don Orione e dopo aver attivato il piano di ricerche antirapina diramando l’allarme a tutte le pattuglie del territorio e delle province limitrofe e predisponendo posti di blocco, iniziano la raccolta di tutti gli indizi e le tracce utili alle indagini.

Si parte da un non indizio: non si è in grado di dare una minima identità ai banditi perché oltre ad avere il volto coperto non hanno mai parlato durante l’azione. Ma qualche quesito di partenza è legittimo porselo: perché i rapinatori hanno scelto proprio quella casa, situata in un condominio? Non è un’abitudine dei criminali agire dove il rischio di venire intercettati è assai più elevato. E ancora, forse conoscevano chi vive nell’appartamento tanto da credere di non trovare resistenze? Dubbi a cui i militari stanno provando a dare risposte, ma intanto resta lo sconcerto per un’azione tanto violenta quanto subdola.

Francesco Dondi