Gazzetta di Modena

L’ipotesi di reato che le contestano è omissione di soccorso. E nell’ipotesi peggiore abbandono di incapace. Una colombiana 59enne da tanti anni residente a Modena e con un’impeccabile reputazione è al centro di una delicata indagine condotta dalla Sezione Anticrimine della Questura in relazione al tragico incidente domestico avvenuto in un condominio di viale Vittorio Veneto nel marzo scorso. Il rogo si scatenò nella camera da letto di Iolanda Ferrari, 93enne ma ancora fumatrice. E pare ormai assodato che la fiammata iniziale si sia sprigionata proprio da un mozzicone acceso probabilmente caduto sul materasso. Il punto dell’indagine condotta dalla polizia e coordinata dal sostituto procuratore Marco Imperato è però un altro: la badante ha fatto tutto il possibile per trarla in salvo Iolanda? Oppure era davvero impossibile attraversare la cortine di fumo e fare qualcosa per soccorrere l’anziana inferma e ormai priva di sensi?

L’inchiesta, nata dopo l’intervento dei vigili del fuoco e della polizia, è sempre proseguita ed è collegata alla constatazione che Iolanda, anziana facoltosa, non solo non aveva eredi diretti - frequentava solo un nipote - ma aveva deciso di lasciare una sostanziosa eredità alla badante. Questa, che ha già lavorato in altre famiglie facoltose modenesi senza avere mai avuto alcun problema, si è quindi trovata con una disponibilità ingente di beni ma anche al centro di un’indagine che riguarda proprio il decesso della sua assistita e benefattrice. Per questo, è cruciale chiarire la delicata questione del suo intervento.

Lei stessa, subito dopo la tragedia, raccontò (versione poi confermata) di aver sentito un odore di fumo provenire dalla camera di Iolanda, di avere aperto la porta ma di essere rimasta investita da una nube di fumo. Per questo è corsa fuori dall’appartamento per dare l’allarme e permettere al 118 di ai vigili del fuoco di intervenire. Una misura sicuramente essenziale in quel momento,purtroppo non per Iolanda.