Sei luoghi per far rivivere la biblioteca di San Pietro
Una strepitosa raccolta costruita in dieci secoli e poi dispersa in vari siti culturali rivede la luce grazie ad un’iniziativa di Sonia Cavicchioli e Vincenzo Vandelli
MODENA. Una biblioteca strepitosa costruita durante i mille anni di presenza benedettina a Modena, seconda solo a quella messa insieme dai duchi d'Este. Si tratta dalla nota, ma solo agli studiosi, biblioteca del monastero di San Pietro composta da migliaia e migliaia di volumi che per fortuna non è andata distrutta, ma è stata “polverizzata” con la distribuzione di libri e documenti nei principali luoghi culturali sotto la Ghirlandina.
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Proprio questi - l'Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti, l'Archivio di Stato, l'istituto Venturi, l'Estense, il museo civico oltre all'abbazia di San Pietro capofila del progetto - sono i luoghi dove da sabato al 6 ottobre sarà possibile vedere un centinaio di libri e documenti che erano nella biblioteca di San Pietro. C'era davvero di tutto in quel luogo di lettura, non solo libri legati alla religione, alla teologia e alla liturgia: erano anche presenti centinaia di volumi di scienza, di geografia, di farmacopea, di matematica, di numismatica e d'arte. Edizioni molto antiche e di pregio, tra cui l'Encyclopedie di Diderot e d'Alembert. Qualche esempio? C'erano in biblioteca - anzi ci sono: ora sono esposti al Venturi - edizioni pregiate del trattato “Regola delli cinque ordini d'architettura” su cui ancora si fondono le regole della disciplina e testi di Andrea Pozzo, padre dell'arte barocca. Ci sono, e in questo caso si tratta di un volume di piccolo formato esposto a San Pietro, anche libri per fortuna superati come un “trattatello” del 1472 che spiega come “Ciascun marito deve vivere con la moglie sua e per conseguente la moglie con il marito proprio”.
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Insomma un vero pozzo di cultura, di cui si è persa memoria. Ma due studiosi modenesi, Sonia Cavicchioli e Vincenzo Vandelli, da anni hanno un “sogno”: mostrare a tutti la straordinaria ricchezza di questa biblioteca e per farlo non si poteva che coinvolgere i luoghi dove i libri oggi sono conservati. «In questo modo - spiegano Cavicchioli e Vandelli, rispettivamente docente di storica dell'arte a Bologna e architetto - spieghiamo anche che gli attuali luoghi culturali dove sono conservati i libri della biblioteca hanno una loro storia che non va dimenticata. Proprio per questo abbiamo pensato che non era il caso di allestire solo una mostra a San Pietro, ma di cogliere l'occasione di non spostare i libri e fare visitare al pubblico vari luoghi, dando dunque una ulteriore occasione di visita».
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Ma il sogno culturale dei due curatori, e del docente dell'Università di Bologna Paolo Tinti che ha collaborato attivamente, non termina qui: «A partire dallo scorso anno abbiamo attivato un Centro studi a S. Pietro aperto a tutti gli studiosi, soprattutto giovani: finora abbiamo pubblicato gli atti di un convegno dell'anno scorso, presto daremo alle stampe presso l'editore Panini una guida della Spezieria (è fornitissima e aperta ogni giorno con la gestione di Luca Bergonzini, ndr.) e un volume sulla chiesa che fa il punto sugli studi. Siamo tutti volontari, ma è importante studiare uno dei principali monumenti della città. Per quanto riguarda la biblioteca abbiamo richiesto i fondi per farla rivivere dal punto di vista virtuale». L'inaugurazione è prevista per sabato alle 10.30 alla sala Santa Scolastica di San Pietro, con una conferenza del docente della Bocconi di Milano Marco Cattini e letture effettuate da Lina Velardi. Previste visite guidate: all'Archivio di Stato di Carlo Giovannini alle 11,30, al Venturi di via Belle Arti dalle 16 alle 17.