Gazzetta di Modena

Modena

CERSAIE 2014

Le priorità di Borelli: fisco costi, energia, burocrazia

di Gabriele Bassanetti
Le priorità di Borelli: fisco costi, energia, burocrazia

Le ha elencate al ministro Boschi che si è impegnata a proseguire nelle riforme «Essenziali per il settore ceramico. Andremo avanti e penseremo in grande»

23 settembre 2014
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Si sono detti tutto e senza riserve e si sono promessi di proseguire a fare impresa e a fare riforme, ognuno con il proprio ruolo. Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica (con Giorgio Squinzi a dargli man forte) di richieste al ministro delle riforme Maria Elena Boschi ne ha fatte parecchie, enunciando i principali problemi che affliggono la ceramica, molti dei quali sono comuni ad altri settori.

La Boschi ha promesso che il passo verso le riforme continuerà spedito. Il convegno inaugurale del Cersaie 2014 a Bologna Fiere (941 espositori, di cui 337 esteri) si è aperto con la solita iniezione di fiducia, che viene dagli stand che presentano la ceramica al suo meglio e dalla folla di visitatori internazionali; ma non si è nascosto le difficoltà e l'urgenza di trovare vie che facilitino la vita alle imprese e al lavoro. «Sergio Romano proprio qui a Cersaie – ha esordito Borelli – ha detto che in Italia i problemi li conosciamo benissimo, ce li evidenziano tutti gli organisimi internazionali, li abbiamo analizzati e sappiamo idealmente cosa bisognerebbe fare ma in Italia nessuno riesce a farlo. Oggi sembra che stiamo cercando davvero di cambiare passo e io spero che sia così. Perciò sottopongo al ministro i quattro grandi problemi che affronta il nostro settore».

Numero uno: la pressione fiscale. «Siamo in vetta ai Paesi avanzati, si parla di una pressione reale al 65%. Oltre ad avere tasse elevatissime, non abbiamo mai chiaro né quanto, né come e né quando vadano pagate e questo aggiunge incertezza e difficoltà. Rileviamo anche che a fronte di un lieve calo della tassazione nel 2013, ci siamo poi ritrovati con aumenti di accise sull'energia che hanno peggiorato le cose».

L'energia è il secondo grande tema: «Abbiamo dato lezioni di civiltà al mondo – ha detto Borelli – rinunciando al nucleare e poi vietando termovalorizzatori, rigassificatori e tante altre fonti. Col risultato però che adesso paghiamo l'energia un terzo in più del resto d'Europa che già la paga il doppio del resto del mondo. Gli Stati Uniti hanno individuato nuove tecnologie che abbatteranno i loro costi energetici, noi non abbiamo neanche una politica energetica definita. Gli incentivi sulle rinnovabili sono finiti in bolletta alle imprese e adesso emerge anche l'intenzione di tassare l'energia che produciamo da co-generazione, una delle nostre invenzioni, un fiore all'occhiello che contribuisce alla riduzione dei consumi nazionali e che per qualche motivo entra nel mirino».

Il terzo tema è la burocrazia: «Per un allacciamento alla rete energetica ci vogliono circa 130 giorni, per avere un permesso di costruire 237. Negli Stati Uniti in dodici mesi si costruisce da zero e si fa partire uno stabilimento, da noi ci vogliono circa cinque anni. Mi sembra che il problema non siano tanto i politici che ci mettono la faccia, ma l'apparato che non ce la mette e sta in ufficio a elaborare regole sempre più complesse». Infine il costo del lavoro, tema principale in questi giorni: «Un discorso troppo ampio, ma basti dire che è troppo alto e allo stesso tempo lascia troppo poco nelle tasche delle maestranze». Borelli ha chiuso riferendosi alla platea di imprenditori: «La sfida è ancora dura, ma qui riunita c'è la migliore delle squadre. Andremo avanti e non rinunciate mai a ragionare in grande». Applausi.