Rubata gru da 70mila euro La ritrovano i carabinieri
Finale. Noleggiata da due truffatori alla F.lli Bega, non viene più riconsegnata Era parcheggiata nella zona industriale di Modena. Le vittime: «Ci hanno salvati»
FINALE. In via Diliberto, nel quartiere generale della Fratelli Bega, si presentano due persone. Devono noleggiare una piattaforma aerea, ascoltano il prezzo pattuito, dicono che sono del settore, lasciano i documenti a garanzia del pagamento e se ne vanno. Passano quattro giorni e il telefono dell’azienda di gru, assai conosciuta in tutta la Bassa per la flotta di livello a disposizione dei clienti, squilla. Dall’altra parte del telefono c’è Stefano C., 43 anni, colui che pochi giorni prima aveva noleggiato il mezzo. «Guardi, non ho ancora terminato i lavori - dice - Avrei bisogno di tenere la piattaforma almeno fino a domani».
Il permesso viene accordato, ma i primi sospetti iniziano a maturare visto che un noleggio non è poi così a buon mercato. Trascorre anche il week-end, ma della piattaforma ormai non c’è traccia: i recapiti telefonici non rispondono più, la sensazione di essere finiti in un raggiro prende sempre più corpo e così i fratelli Bega si recano in caserma a Finale per chiedere aiuto ai carabinieri. In mano hanno un’indicazione sommaria dei due clienti, ma soprattutto ci sono quei documenti d’identità che possono aiutare. I militari iniziano a controllare e da una rapida ricerca del database emerge come sia il 43enne che Alberto D., 63enne originario di San Giovanni in Persiceto siano personaggi conosciuti. Eccoli allora i due truffatori, che hanno cercato di fare il colpo alla Fratelli Bega e che sono stati denunciati per appropriazione indebita.
Le ricerche dei militari di Finale portano fino a Modena dove uno dei due finti operatori è in possesso di un appartamento. È lì intorno che si concentrano le ricerche ed in effetti la piattaforma viene trovata, ormai priva di carburante, nei pressi della zona industriale di via Emilia Ovest. Le chiavi erano ancora riposte sotto il pannello parasole.
«Per fortuna che i carabinieri sono riusciti a trovare il mezzo - dicono alla Fratelli Bega - Sarebbe stato un colpo difficile da incassare. Parliamo di un macchinario costato 70mila euro. Li dobbiamo ringraziare, ma questa vicenda ci ha insegnato una cosa: ci siamo sempre fidati dei clienti, ma d’ora in poi chi vorrà noleggiare un’attrezzatura e non sarà una persona di fiducia dovrà quantomeno lasciare un acconto. Il nostro timore era che l’elevatore fosse già partito per l’estero. Se fosse invece rimasto in Italia qualche chance di ritrovarla l’avremo anche avuta dal momento che per ogni pezzo di ricambio va presentato un codice speciale, che inevitabilmente avrebbe ricondotto a noi».
Francesco Dondi