Scuola di Solara in ritardo La giunta revoca l’appalto
BOMPORTO. La giunta comunale di Bomporto ha deliberato di revocare l’appalto al consorzio di imprese che sta costruendo la nuova scuola di Solara, per gravi irregolarità e gravi ritardi. La decisione...
BOMPORTO. La giunta comunale di Bomporto ha deliberato di revocare l’appalto al consorzio di imprese che sta costruendo la nuova scuola di Solara, per gravi irregolarità e gravi ritardi.
La decisione è stata adottata con una delibera dalla giunta comunale venerdì scorso e sarà illustrata venedì al consiglio comunale con la presenza dell’avvocato Mischi (incaricato dall'Amministrazione per seguire la vicenda) per una comunicazione ai consiglieri sull'iter seguito e su quelo che seguirà. In sostanza, verrà selezionata una nuova ditta, per vedere di concludere lavori che dovevano concludersi il 21 gennaio scorso, otto mesi fa.
Nella delibera, che era stata annunciata dal sindaco Alberto Borghi già in agosto, quando si era capito che questa vicenda nata male (si ricorderà la discussione sulla scelta di costruire la scuola nel campo sportivo di Solara) sarebbe finita peggio, si considera che dalla consegna dei lavori è trascorso un tempo che è 4 volte il tempo contrattuale e che i lavori sono realizzati solo per il 45%». Alla ditta il Comune contesta tra l’altro di avere ingiustificatamente e ripetutamente sospeso i lavori e che avrebbe utilizzato e proposto materiali e prodotti non pienamente rispondenti. Inoltre, non sarebbe stato dedicato personale sufficiente a rispettare i tempi, nè ci sarebbero state adeguate risposte alle sollecitazioni della amministrazione.
La delibera riporta anche le controdeduzioni della ditta, che chiede 20mila euro di risarcimento e a sua volta ha denunciato l’inadeguatezza e l’incompetenza del progetto che le è stato sottoposto e che avrebbe provocato i ritardi. Obiezioni cui la delibera a sua volta controdeduce, sostenendone la infondatezza.
L’appalto era stato aggiudicato al Consorzio Grandi Impianti di Modena e al Consorzio Coclea di Bologna, che avevano individuato quali ditte esecutrici le ditte Domus Impianti di Baraldi e Lugli, Imicoop e Edilcarpientieri.
Quando era stato eseguito circa il 22% dei lavori era stato emesso un corrispondente pagamento di 150mila euro.