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Squinzi: «Articolo 18, un mantra e un freno»

Il presidente di Confindustria: risorse umane centrali, ma servono contratti indeterminati convenienti

23 settembre 2014
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Altre sollecitazioni per il ministro Boschi sono arrivate da Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: «Se altri paesi concorrenti, come la Spagna, arrivati dopo di noi, producono ed esportano più di noi, è perché hanno riformato i loro sistemi. Ne abbiamo urgenza. In politica energetica le decisioni prese finora non incidono sui costi, li spostano da una categoria di imprese all'altra (riferimento alla decisione del governo di agevolare le piccole e medie imprese a scapito dei grandi gruppi). La riforma del lavoro è attuale in questi giorni ma è urgente. La visione del premier è ampiamente condivisibile, ma credo si debba incidere ancora più profondamente. L'Articolo 18 è un mantra ma è anche evidentemente un freno. Da sempre le imprese straniere ci dicono che non investono in Italia perché qui se assumi un dipendente è per la vita. Le risorse umane che crescono con noi in azienda sono valori di cui non ci liberiamo a cuor leggero, ma bisogna andare verso un contratto a tempo indeterminato conveniente per l'impresa e per il lavoratore».

L'altra necessità urgente secondo Squinzi «è la semplificazione, a tutti i livelli. Il Paese è avvitato in complicazioni che non ci consentono di fare gli imprenditori. Parliamo di una Bretella autostradale per Sassuolo dal 1983 e non è ancora partita. Abbiamo perso in 30 anni il 25% della produzione, un milione di posti di lavoro, abbiamo la disoccupazione giovanile al 43%. Semplificare è necessario per ripartire».

Maria Elena Boschi non si è sottratta: “Tutte le riforme che abbiamo elaborato e stiamo discutendo sono collegate e operano a 360 gradi con due obiettivi primari, che sono proprio la semplificazione e la riduzione della pressione fiscale. In sei mesi abbiamo voluto dare alcuni segnali. A fine agosto abbiamo approvato provvedimenti importanti sulla digitalizzazione dei documenti, che eviteranno code agli sportelli, processioni in più uffici agli imprenditori; abbiamo disposto la concentrazione dei controlli che adesso sono frazionati in momenti diversi. La semplificazione dell'apparato statale è cominciata con l'eliminazione del livello provinciale ma proseguirà con una chiara assegnazione di competenze: cosa fa lo Stato, cosa la Regione».

Per quanto riguarda l'energia, dice Squinzi, «qualcosa si può fare aumentando le fonti di approvvigionamento e quindi favorendo il mercato libero: nello sblocca Italia si parla anche di rigassificatori e termovalorizzatori; il governo ha stretto accordi con la Russia, con gli Stati Uniti, con il Nord Africa e dell'Europa. Sui costi abbiamo ridotto l'Irap e restituito 80 euro in busta. Su tutti questi punti si può fare di più, ma siamo i primi che provano a trovare soluzioni. Lavoreremo duro per portare in porto il Jobs Act entro la fine dell'anno e la riforma delle pubbliche amministrazioni all'inizio del prossimo». (g.b.)