In carcere 14 mesi il nomade che ruba Platis: «Cacciatelo»
MIRANDOLA. È’ stato condannato a 14 mesi di reclusione per tentato furto e resistenza a pubblico ufficiale Tomas Cavazza, il trentenne residente al campo nomadi di Santa Giustina arrestato con una...
MIRANDOLA. È’ stato condannato a 14 mesi di reclusione per tentato furto e resistenza a pubblico ufficiale Tomas Cavazza, il trentenne residente al campo nomadi di Santa Giustina arrestato con una complice in via Imperiale, nella campagne al confine tra Mirandola e San Felice.
La donna, Laura Truzzi, 40enne, residente nel campo nomadi di Reggio, è stata invece condannata a dieci mesi. Il processo è stato celebrato martedì in tribunale a Modena, davanti al giudice, dottor Ricci. La coppia era difesa dall’avvocato Federica Ghesini, in sostituazione del difensore di fiducia Enrico Della Capanna di Reggio. Per i due imputati una sentenza più favorevole rispetto alle richieste del pm (titolare dell’inchiesta era Claudia Ferretti), che aveva chiesto rispettivamente 2 anni e 5 mesi e due anni.
Come si ricorderà, la coppia ha cercato di svaligiare il moduli abitativo provvisorio di una famiglia di terremotati, che abitano di fronte alla casa danneggiata dal sisma di due anni e mezzo fa. Sono stati sorpresi prima dalla signora che abita nel modulo, poi dal fidabzato che ha bloccato Cavazza, mentre la Truzzi è stata scovata dai carabinieri di San Felice, intervenuti tempestivamente. Durante l’arresto Cavazza ha dato in escandescenze, tanto d aguadagnarsi una imputazione aggiuntiva.
Intanto sulla vicenda interviene Antonio Platis, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: «Il regolamento dell'area sosta di Santa Giustina - spiega i- lascia pochi dubbi. Infatti vi è uno specifico articolo, il 13, che disciplina le sanzioni, inclusa l’espulsione. che possono essere inflitte a chi non rispetta le regole. È bene ricordare che questo regolamento è stato adottato pochi mesi fa e proprio a seguito dell'ennesimo contributo pubblico per la sistemazione del campo, con spesa di oltre 100mila euro».
Intanto i due condannati sono in carcere, ma c’è una istanza dei loro legali di modifica della pena, ovvero di poter uscire dal carcere e scontare la condanna agli arresti domiciliari.