Gazzetta di Modena

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La rapina in gioielleria era un’invenzione

La rapina in gioielleria era un’invenzione

Castelvetro. Il titolare voleva un rimborso da 100mila euro dall’assicurazione e ora è indagato

25 settembre 2014
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CASTELVETRO. Non c’è stata alcuna rapina lunedì ai danni dell’oreficeria di Claudio Venturelli in via Sinistra Guerro 37. Venturelli si è inventato tutto, per cercare poi un rimborso dall’assicurazione.

È questa, in sintesi, la conclusione a cui sono arrivati i militari della Compagnia di Sassuolo. Alla fine dei conti, l’intera vicenda si è quindi conclusa in meno di 24 ore, con una denuncia per simulazione di reato e tentata truffa alla quale dovrà ora rispondere il titolare dell’oreficeria. Secondo la ricostruzione fatta dai militari, i fatti su questa vicenda hanno insospettito fin da subito gli inquirenti. Non risultava infatti alcun testimone dell’accaduto, nessuno aveva visto movimenti sospetti attorno all’oreficeria verso le 13 di lunedì e, anche dall’analisi delle telecamere della zona, non c’era traccia di possibili malviventi. Sembrava insomma proprio un colpo perfetto, in cui i due malviventi (secondo la versione fornita inizialmente da Venturelli), a volto scoperto e uno dei quali anche armato di pistola, non avevano lasciato alcuna traccia. Ad insospettire ulteriormente gli inquirenti c’è stata anche la stima della refurtiva fatta dal titolare del negozio, che diceva di essere stato chiuso in bagno: all’incirca 100mila euro di valore, tra anelli, bracciali, collane e altri preziosi. Insomma, un colpo molto grosso ed estremamente “pulito”.

I carabinieri hanno quindi continuato a fare domande, a investigare per trovare conferme nel racconto dell’uomo e, dopo poche ore dalla denuncia, hanno colto le prime “crepe” nel racconto.

Più di qualche cosa, insomma, non tornava e non convinceva. Alla fine lo stesso Venturelli è crollato e ha confessato ai militari di essersi inventato tutto. Ha anche aiutato i carabinieri a recuperare la “refurtiva”, che effettivamente era sparita dalla cassaforte. Si trovava in uno zaino a casa dello stesso Venturelli, in sofitta. Il caso, quindi, è stato risolto. Molto probabilmente a monte di tutta la vicenda - che ha scosso per alcuni giorni Castelvetro - c’è stato un attimo di debolezza misto a leggerezza da parte di una persona molto conosciuta e stimata in paese.

Ora, su Claudio Venturelli, pende appunto una denuncia a piede libero da parte dei carabinieri. Per Castelvetro, invece, si tira in un certo senso un sospiro di sollievo sapendo che non c’è mai stata alcuna rapina.

Non è tra l’altro la prima volta che i carabinieri della Compagnia di Sassuolo smascherano false rapine. Negli ultimi 12 mesi, sono già 3 (compreso il presente) i casi di denunce fasulle di questo tipo, due a Castelvetro e una a Castelnuovo. Negli altri due casi, erano stati simulati rispettivamente la rapina di un personal computer e una rapina in villa. Un dato su cui riflettere. (mp)