Accoltellò il fratello: cinque anni
Aggressione in cortile. Il tribunale condanna in abbreviato Nicola Scolorato per tentato omicidio
SASSUOLO. Capo d’accusa riformulato all’imputazione originaria: si torna al tentato omicidio. Cinque anni di carcere è la sentenza che comprende un terzo di sconto di pena per il rito abbreviato e alcune attenuanti e che sconterà ai domiciliari. Ieri mattina è finito con questa sentenza il processo di primo grado - davanti al Terzo Collegio del Tribunale, presieduto dal giudice Maria Cristina Bellentani - che vedeva come imputato Nicola Scolorato, il casertano 56enne che ha accoltellato il fratello Vincenzo nel cortile della loro villetta in via Ancora. Il difensore di Scolorato, l’avvocato Luca Lugari, annuncia fin da ora il ricorso in corte d’appello. «Chiederemo di tornare nuovamente al capo di imputazione riformato, le lesioni gravissime. L’accusa di tentato omicidio secondo noi non è nei fatti».
Il pm Maria Angela Sighicelli aveva chiesto tre anni di carcere sempre con questa imputazione poi cambiata in tentato omicidio. Parte civile per conto di Vincenzo Scolorato è l’avvocato Cosimo Zaccaria. A incastrare Nicola Scolorato è stata proprio la sua videocamera di sorveglianza, un apparecchio che aveva montato con l’obiettivo puntato sul cortile che si contendeva da tempo con il fratello e la sua famiglia. Quella sua videocamera, che doveva tutelarlo, lo ha in realtà ripreso mentre si accendeva l’ultimo litigio terminato con le coltellate contro Vincenzo.
È stato il drammatico finale di un lungo periodo di livore e incomprensioni tra i due, che abitavano nello stesso edificio e condividevano quel cortile che, come tante avvolte avviene in questi casi, per futili motivi diventava spesso il pretesto per scatenare litigi. La striscia di terra comune tra i due nel cortile era stata infatti più volte non solo di litigi ormai ma anche in carta bollata: azioni civili e denunce. La tensione è però sempre più cresciuta. Finché quella mattina Nicola è sceso con il coltello afferrato in cucina. Un gesto che ha fatto la lungo discutere in aula: di qui le variazione d’accusa dalle lesioni al tentato omicidio.