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L’Abl torna a Cavezzo con un nuovo stabilimento

L’Abl torna a Cavezzo con un nuovo stabilimento

Terremoto. Oggi inaugura la fabbrica di macchinari per frutta unici al mondo Investimento da tre milioni e superficie raddoppiata dopo i danni del sisma

27 settembre 2014
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CAVEZZO. A distanza di due anni e mezzo, Abl oggi torna... a casa. E ci torna raddoppiando lo stabilimento di via dell’Artigianato, ricostruito con un investimento da oltre tre milioni di euro e divenuto punto di attrazione, per la particolarità e la bellezza di una struttura non solo antisismica, ma esteticamente attraente.

«Il cemento ha già dato, abbiamo preferito rivolgerci alle strutture metalliche, e nella ditta Garc di Carpi abbiamo trovato un partner puntuale e affidabile», spiega Carlo Ascari, fondatore dell’azienda che è unica al mondo: «Produciamo macchinari per la lavorazione della frutta. Siamo gli unici ad avere messo a punto uno strumento in grado di “pelare” 15 tipi di frutta», esemplifica il titolare, per farsi comprendere.

«Il nostro mercato è all’estero, per il 99%. Da quest’anno siamo anche diventati fornitori di un colosso planetario come Del Monte. Noi, piccola aziendina della Bassa, vendiamo in Cile, Nuova Zelanda, Sud Africa, e da ultimo va bene anche il mercato statunitense, motivo di grande orgoglio e stimolo».

Un impegno che non si è mai interrotto, neanche nei giorni drammatici del terremoto: «I danni più devastanti li abbiamo subiti con la scossa del 29, e per fortuna che dopo quella del 20 d’intesa con l’ingegner Gambuzzi che ci segue avevamo murato un portone, sennò sarebbe accaduto qui quello che purtroppo è accaduto ad altri. Dal giorno dopo quel 29 maggio ci siamo dati da fare, e abbiamo trovato una sistemazione a Villavara, trasferendo l’attività in gran fretta, perchè non potevamo permetterci pause. Noi commercializziamo direttamente alle aziende. Io e i miei figli, Luca e Daniela, siamo spesso all’estero, è una particolarità cui teniamo».

Ascari, 72 anni, originario di Villafranca e cresciuto - come ama dire lui stesso - “all’università di Staggia”, fondò l’azienda nel 1978.

«Una scommessa che oggi compie 36 anni, e che è passata tra tante difficoltà e tante avventure, compreso l’ostacolo del teremoto». Con un danno quantificato in quasi un milione e 200mila euro, e con le solite difficoltà burocratiche che tutte le aziende stanno conoscendo: «Debbo dire però che le difficoltà non sono in Regione, per quella che è stata la mia esperienza, ma sono qui intorno, pensavo di finire tutto con un anno di anticipo...», puntualizza Ascari, che ha affrontato per parte sua un grande investimento, passando a quasi 3.600 metri di stabilimento. E mantenendo l’occupazione, in tutto una sessantina di persone inclusi i contoterzisti esterni. Per tutti l’appuntamento è oggi alle 16.30, ad un taglio del nastro cui hanno assicurato la loro partecipazione autorità della regione e autorità locali.

Soprattutto con i dipendenti che ogni giorno condividono quest’avventura con la famiglia Ascari. (a.setti)