Gazzetta di Modena

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MUSEO FIGURINA

«Il manifesto con Hitler? Ci vuole più antifascismo»

«Il manifesto con Hitler? Ci vuole più antifascismo»

L’Istituto Storico sulla scelta del Museo della Figurina per la mostra “Celebrity” Il sindaco: «Anche la sua è una forma di notorietà benchè legata a gesti efferati»

28 settembre 2014
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«Hitler e Mussolini sul manifesto della mostra Celebrity? Una scelta che lascia basiti, non può che significare che siamo diventati tutti un po’ più stupidi». Non usa mezzi termini Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto Storico, nell’intervenire in merito alla scelta fatta dal Museo della Figurina per promuovere la mostra che si tiene a palazzo Santa Margherita fino a febbraio. Dopo la protesta di Giuseppe Marmo, professore di matematica in pensione, che venerdì mattina aveva appeso una fotografia di Anna Frank accanto al manifesto (con la scritta: “Dunque i miei assassini non sono più la vergogna del mondo?”), interviene ora Silingardi. «Ormai sono tanti a pensare che queste non siano più cose importanti. Ma non si può prescindere dalla domanda: per cosa è celebre questa gente? Il riferimento alla celebrità, in questo caso, è veramente infelice anche perchè è innegabile come la parola stessa abbia comunque in sè un’accezione positiva nella nostra lingua.

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Non per niente i personaggi negativi li si definisce “tristemente celebri”. Siamo di fronte alla rappresentazione di una realtà in cui si è persa la differenza dei valori e la percezione stessa di queste differenze. Forse, visto l’aria che tira anche in Europa e non solo in Italia, è ora di recuperare un po’ di sano antifascismo». A difendere e spiegare la scelta del Museo della Figurina è invece il sindaco, Gian Carlo Muzzarelli. «La mostra è nata come esposizione legata al tema del festival della filosofia, quello della gloria - spiega - in fondo anche i grandi dittatori hanno raggiunto la notorietà e l’immortalità benchè con atti efferati. Quando si ricordano gli anni della seconda guerra mondiale e gli eccidi perpetrati da nazisti e fascisti, si ricordano anche coloro che di quei gesti sono stati mandanti. Quindi anche questo è un modo per mantenere la memoria di quei fatti».

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Giuseppe Marmo in agosto aveva scritto al sindaco criticando la scelta del manifesto. «Qualcuno pensa che sia più opportuno proporre all'immaginario delle nuove generazioni la figura del duce piuttosto che quella di Sandro Pertini? - scriveva Marmo a Muzzarelli - È questo che mi preoccupa: in una società ampiamente basata sull'immagine, dove chi o ciò che non si vede non esiste, qualsiasi rappresentazione non opportunamente ponderata rischia di essere un falso. Avendo visitato la mostra, aggiungo che la ritengo anche peggiore del manifesto. È presente un filmato in cui si vedono a lungo Hitler durante un comizio e tre suoi gerarchi, Himmler, Goebbels e Göring. Qualcuno ha informato chi ha allestito la mostra che il nazismo è stato sconfitto e quei personaggi sono morti suicidi? E che Goebbels fu talmente fanatico da avvelenare i sei figli col cianuro? Il modo migliore per rispettare le vittime del nazifascismo consiste nel raccontare le cose in modo che chi ascolta o osserva abbia un quadro equilibrato degli avvenimenti».(cl.be.)