Gazzetta di Modena

Modena

Molino Rapina, il Frignano in tavola

di Francesco Seghedoni
Molino Rapina, il Frignano in tavola

A Benedello, vicino alla Fondovalle, il locale che offre una scelta di prodotti bio e della montagna

28 settembre 2014
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PAVULLO. Forse è la storpiatura del cognome Rapini, molto diffuso nella zona di Benedello. O forse lo si deve ad un mugnaio che qui svolgeva l'attività in modo... poco onesto. L'origine del toponimo Molino di Rapina non è certa, ma ai titolari dell'agriturismo che da circa un anno ha aperto i battenti tra i calanchi non distanti dalla Fondovalle Panaro, piaceva il nome della borgata e lo hanno adottato per il loro locale.

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La famiglia Vignudini di Pavullo - Marino, Maurizio ed Adriana -offre in questo edificio ristrutturato in bioedilizia con pietra e legno locale, una cucina d'altri tempi grazie all'utilizzo di materie prime prodotte in loco e solo in parte acquistate sul territorio del Frignano. Ai fornelli c'è Adriana, cuoca autodidatta con alle spalle un'esperienza nel ristorante gestito dalla zia a Magreta. «Sono sempre stata appassionata di cucina - spiega - e dopo aver fatto per una vita l'impiegata contabile ho accolto di buon grado l'idea di rimettermi a cucinare in questo locale aperto da mio marito e mio figlio.

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Mi piace preparare piatti della tradizione rivisitati, utilizzando poco sale ma mettendo nelle pietanze i tanti sapori che la nostra campagna ci offre». All'agriturismo Molino di Rapina frutta e verdura sono coltivate con criteri biologici, così come il mais, il farro e il grano che vengono macinati per dar vita alle farine utilizzate in cucina nel vicino mulino delle Palette. Stessa cosa per i polli, i conigli e i capponi, allevati a fianco del locale. Le carni di maiale, manzo e vitello arrivano da allevamenti del Frignano, mente i formaggi dai vicini caseifici. Anche la cacciagione, in particolare il cinghiale, è fornita da cacciatori locali. Solo l'olio arriva da fuori, in particolare da produzioni biologiche di Castagneto Carducci.