Gazzetta di Modena

Modena

MODENA

Un video per dire basta all’omofobia

Un video per dire basta all’omofobia

Realizzato e interpretato da un gruppo di studenti e pubblicato su YouTube. «Così è nata l’idea»

28 settembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





Un filmato per aiutare chi è “diverso” e sensibilizzare al rispetto. È “No Homophobia - Rock the system”, video prodotto e realizzato da alcuni ragazzi modenesi. «Nasce da una mia idea - ha raccontato Orlando Mollica, studente del Tassoni - perché ho un amico omosessuale che ha sempre avuto paura di dirlo in giro. Intende essere un modo per aiutare tutte le persone che vivono questo disagio nella loro vita. Già a inizio agosto, durante la progettazione, il mio amico ha fatto “coming out” e ha recitato anche lui nel video».

Pubblicato domenica scorso sul canale YouTube del gruppo Agape (nato per combattere l’omofobia) il filmato ha già raggiunto le 2.500 visualizzazioni. Se l’idea è stata di Orlando, regia e montaggio sono state affidate al videomaker Paolo Pigozzi: «È un tema molto interessante - ha spiegato il regista, che compare in una scena come “carnefice” - che vale la pena di raccontare, con accortezza. Abbiamo mostrato immagini forti per scandalizzare lo spettatore. La prima scena è molto concettuale: le spallate che prende il ragazzo sono teatrali. Non leggendo il titolo non è facile capire che sia omosessuale, si comprende pian piano».

[[atex:gelocal:gazzetta-di-modena:modena:cronaca:1.10014097:Video:https://video.gelocal.it/gazzettadimodena/locale/no-homofobia-da-modena-un-no-alle-discriminazioni/35505/35727]]

Il protagonista del video è Andrea Cavaliere, attore che si è detto «super fiero» di aver partecipato. Nel filmato il personaggio principale rischia di essere un escluso. Cammina per strada in centro ed è preso a spallate o guardato con disprezzo. Mentre parla con alcune amiche è deriso per il modo di parlare. Le azioni contro di lui salgono in un climax fino a un pestaggio per strada da parte di due ragazzi. Tornando a casa il giovane pensa che sia giunto il momento di farla finita. «Muore l’idea di suicidarsi - ha ripreso Paolo - dopo che si riavvolgono i flashback di quanto ha vissuto. Le spallate e il pestaggio sono casi limite, ma possono accadere».

«Molti pensano che sia solo un’etichetta - ha aggiunto Gian Marco Bergonzini, studente del Guarini, comparsa - ma in realtà c’è tanto da riflettere anche nella nostra città».

«C’è molto lavoro da fare - ha confermato Alberto Bignardi, presidente di Arcigay Modena - ma è molto bello che ragazzi così giovani si aprono al mondo con le nuove tecnologie e cercano di impattarlo. Il video è ben fatto, richiama l’attenzione sui punti più difficili: essere presi in giro e accettarsi. I giovani sotto i vent’anni hanno il 30% di rischio di tentare il suicidio a causa della loro omosessualità. Il video dà anche un messaggio positivo: devi essere te stesso. Il contatto alla fine può fare trovare il circolo più vicino per avere aiuto e sostegno. Sono orgoglioso che il video sia partito da Modena, da questi ragazzi e dalla loro idea. Soprattutto in una città come la nostra dove non abbiamo approvato alcun registro delle unioni civili e ancora non abbiamo fatto l’adesione alla Ready, la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere».

Gabriele Farina