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Ai seggi una domenica noiosa e senza file

Ai seggi una domenica noiosa e senza file

Afflussi non paragonabili alle ultime consultazioni del partito: «Alla gente la Regione non interessa»

27 settembre 2014
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«Com’è la situazione?» «Lenta, lentissima». È la cronaca di una domenica tranquilla, a tratti noiosa, quella che emerga dalle primarie Pd. A pesare è l’affluenza, decisamente fiacca lungo tutto l’arco della giornata e, diranno i dati finali, bassissima. L’invito lanciato ieri dalla Bursi, che aveva chiamato a raccolta «tutto il popolo degli elettori, dei simpatizzanti e degli iscritti alle diverse forze politiche della coalizione», cade a vuoto. Fin dalle prime ore il via vai non è certo esaltante, e nei seggi capiscono che qualsiasi raffronto con le precedenti esperienze sarebbe impietoso. Come al solito le percentuali sono molto eterogenee, e l’afflusso varia da zona a zona. Quando va bene si attesta sul 60% in meno. Ma nei distretti più periferici i dati viaggiano su livelli decisamente più bassi: se a San Damaso, intorno alle 16, aveva votato appena il 10% di quanti avevano votato in marzo, a Paganine si stenta a raggiungere la doppia cifra. Il calo era atteso, nei seggi non serpeggia preoccupazione. Anzi, in tanti la buttano sul ridere, e ci scherzano sopra. Qualcuno si prende pure la briga di spiegartela, la bassa affluenza. Le cause sono tante, e ognuno ti dice la sua; anche se, alla fine, si assomigliano un po’ tutte. «Lo scarso coinvolgimento mediatico», «gli scandali degli ultimi mesi», «la mancata sfida diretta tra Bonaccini e Richetti, che sicuramente avrebbe coinvolto di più».

Ma soprattutto, il tipo di consultazione, che certo non brilla per “appeal”. «Alla gente non interessa molto la Regione: è un’istituzione giovane, non ci si è ancora affezionati». Di disagi, ovviamente, nemmeno l’ombra. «File? Figurarsi». Anzi, gli scrutatori - che si descrivono in «fiduciosa attesa» - sembrano quasi avere il problema contrario: quello di passarsi il tempo. Gli elettori entrano col contagocce, e per buona parte del tempo il personale Pd è più impegnato a trovarsi un’altra occupazione, chi leggendo il giornale, chi consultando i vari tablet e computer. E non si ripete nemmeno il “caos stranieri”, ovvero lo “scandalo” che, nel marzo scorso, aveva gettato più di un’ombra sulle primarie per la scelta del candidato alle Comunali. «Si vede che le esperienze servono», commenta ironicamente uno dei presidenti di seggio. In via Padre Candido, dove a marzo si affollavano in centinaia di filippini e africani, ora votano i residenti del quartiere –e, come gli altri, è semideserto.

Marcello Radighieri