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Bonaccini batte Balzani col 61% Flop affluenza: mai così male

di Davide Berti
Bonaccini batte Balzani col 61% Flop affluenza: mai così male

Verdetto annunciato per il modenese che ora ha due mesi per ricostruire il legame con gli elettori per le Regionali: ai seggi modenesi solo 8542 persone, duemila in meno degli iscritti in provincia

29 settembre 2014
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Stefano Bonaccini vince col 60,93 per cento, nettamente ma non nelle proporzioni che lui stesso si aspettava. Il suo avversario, Roberto Balzani, ex sindaco di Forlì, si è fermato al 39,07 per cento. Questo su base regionale, mentre a Modena per l’ex assessore originario di Campogalliano, è andata molto meglio.

Bonaccini convince chi è andato a votare - 58119 le persone alle urne, pochissime se si pensa che in Emilia Romagna i soli iscritti sono più di 75mila - ma non sfonda e non trascina quel “popolo delle primarie” cui il Pd era stato abituato dalle ultime consultazioni interne. Si sapeva che l’affluenza sarebbe stata il vero avversario del candidato modenese, e così è stato.

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Non gli si chiedeva l’effetto Renzi, certo, ma i numeri hanno sorpreso anche quel Pd regionale che alla vigilia non aveva fatto mistero di sperare in 150mila votanti. Impossibile, ieri si è giocato un’altra partita che andrà analizzata nei minimi dettagli.

Ora spetta lui, Bonaccini, sia come candidato per ricoprire il ruolo di governatore dell’Emilia Romagna e sia come ex segretario regionale, spiegare cosa sia successo e trovare una soluzione per questa disaffezione marcata tra iscritti e partito, in un Pd che non è stato minimamente capace di coinvolgere i simpatizzanti. O se lo ha fatto, e qualcuno sarà pure andato a votare senza avere la tessera, significa che dentro al Pd, tra gli iscritti, c’è un problema ancora più grosso. E le percentuali lasciano propendere proprio per quest’ultima lettura.

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Che si stesse per assistere alla domenica che il Pd aveva cercato in tutti i modi di evitare, provando per settimane a convergere su un unico candidato senza le primarie, lo si era intuito fin dal mattino.

A poche ore dalla chiusura degli 800 seggi, le primarie 2014 per la scelta del candidato presidente in Emilia Romagna erano già un flop. Il dato delle ore 17 diffuso dalla segreteria regionale era infatti impietoso: 41.816 votanti in tutto il territorio regionale, ossia l’86,5% in meno dei 310.854 della stessa ora delle primarie dell’8 dicembre scorso, quando si votò per il segretario nazionale.

Alla fine è andata anche peggio: hanno votato solo 58119 persone. In provincia di Modena si sono presentati alle urne 8.542 votanti, duemila in meno degli iscritti: basta questo per definirlo un flop clamoroso dal punto di vista dell’attaccamento al partito e del segnale politico.

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Di queste primarie, infatti, ora resta uno Stefano Bonaccini che da oggi farà di tutto per raccogliere i pezzi di un Pd che appare più che mai al suo punto più basso. In Regione come a Modena. Stiamo ancora sui numeri: a Modena, con 2921 persone che ieri hanno scelto di andare a votare, nei circoli dove si è registrata l’affluenza maggiore si è arrivati al 20 per cento della passata consultazioni, ma in molti casi ci sono stati cali del 90 per cento. Su Modena, guardando i risultati nei seggi, Bonaccini non è mai stato in discussione: uno dei dati più alti per Balzani è arrivato da Albareto, dove l’ex sindaco di Forlì ha raggiunto il 33 per cento. Per il resto un monologo di Bonaccini, saldamente sull’80 per cento prima di chiudere definitivamente con 78,56%, lasciando a Balzani il 21,44%.

Ora, insomma, viene il difficile. Ricomincia una campagna elettorale complicata per tutta la Regione dove il Pd parte stanco ma in netto vantaggio. Di fronte avrà Giulia Gibertoni del Movimento 5 Stelle, eletta nei giorni scorsi da una consultazione web fra gli iscritti al Movimento 5 Stelle che al confronto, i 58mila di ieri sembrano talmente tanti da non poter essere nemmeno contati.

Nel centrodestra, invece, al momento tutto tace. Forza Italia sta cercando di organizzare una coalizione che tenga insieme tutto il gruppo, ma mettere sotto una stessa insegna Lega e Ncd sembra un compito molto difficile da realizzare.

Ma non sarà questo il primo pensiero per Bonaccini. Prima ci sono da risolvere i problemi di tutti i giorni. A Modena, guardando la medaglia da questo punto di vista, c’è da licenziare una lista dove il Pd si è, come al solito, complicato la vita da solo e dovrà prendere sonore decisioni politiche nell’escludere l’uno o l’altro candidato consigliere per quegli otto posti, quattro uomini e quattro donne, che hanno letteralmente spaccato la mappa dei democratici. Anche qui Bonaccini dovrà far vedere di esserci.

@dvdberti

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