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il caso

«Fuori dalla white list soltanto perché sono il figlio di Bianchini»

«Fuori dalla white list soltanto perché sono il figlio di Bianchini»

San Felice. La Ios è stata esclusa e martedì va dal prefetto Giovanardi attacca: «Di Bari almeno presieda le riunioni»

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SAN FELICE. Disparità di trattamento tra aziende e aziende con la famiglia Bianchini penalizzata a più riprese: è la tesi sostenuta dagli imprenditori di San Felice dopo che Alessandro, fondatore della Ios, ha ricevuto il diniego di iscrizione alla white list. Carte alle mano e nello studio del senatore Giovanardi, il giovane imprenditore prova a difendersi in attesa di incontrare il prefetto Di Bari, martedì mattina. «Non voglio parlare di accanimento, ma chiederò al prefetto di dirmi cosa devo fare per lavorare: devo licenziare i pochi dipendenti che ho e che lavoravano anche con mio padre? Devo vendere i mezzi che ho acquistato dalla Bianchini in cambio dei 35mila euro di Tfr che mi spettava e con accordo sindacale? Devo forse uccidere i miei genitori?. Nella vita ho imparato a lavorare nel mondo delle costruzioni, so fare solo questo, spero che il prefetto mi spieghi».

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Va invece giù duro il senatore Giovanardi: «Chiedo che il prefetto partecipi alle riunioni del Comitato interforze. Non lo ha mai fatto, è come se un giudice non partecipasse alle udienze di un processo seppur l’iter della white list non è un processo. Anzi, il procedimento si basa su un “valore sintomatico e indiziario”. Il dispositivo del diniego parte dal presupposto che dalle verifiche effettuate su Alessandro Bianchini “non sussitono cause di decadenza, sospensione o divieto, non risultano elementi ostativi e non figurano precedenti penali”. Bene, poi però si legge “si ritiene che non possa eludersi a priori l’esistenza di legami tra i due soggetti (Alessandro e il padre Augusto, ndr) e quindi il tentativo di elusione della misura interdittiva applicata nei confronti della Bianchini Costruzioni. In sostanza - conclude Giovanardi - hanno fatto le indagini e hanno scoperto che Alessandro Bianchini è figlio di Augusto: che scoperta».

Il dispositivo rigetta la domanda concludendo così: “sussistendo elementi sintomatici di una possibile permeabilità alla criminalità organizzata o del rischio di un pericoloso condizionamento”.

«Per non avere più rapporti con i miei genitori - conclude il titolare della Ios, che ha lavorato nel periodo terremoto anche per il Comune di Finale, effettuando lavori precedenti alla richiesta di iscrizione alla white list - ora vivo solo, noleggio mezzi da terzi e non ho cercato di aggirare il problema con prestanome: ho la mia dignità e ne vado fiero».

In compenso Giovanardi, ribadendo quanto risposto dal sottosegretario Buzzico, rilancia la situazione di altre ditte: «Per CoopSette, inserita in diversi casi processuali, si parla di mancanza di documentazione necessaria a concludere l’istruttoria e che dire di Cpl, a cui va tutta la mia stima? Viene accusata da boss malavitosi e finisce in inchieste, ma continua a lavorare. Mi domando infine dove sia la strategia antimafia se le indagini delle forze dell’ordine non hanno ancora portato a operazioni e arresti. Non è bastonando una ditta individuale che ci si protegge». (f.d.)