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CRISI

Crisi, un defunto modenese su due “dimenticato” dai familiari

Crisi, un defunto modenese su due “dimenticato” dai familiari

Solo la metà delle esumazioni viene presa in carico direttamente dai modenesi: nel 2014 ben 453 casi di disinteresse da parte dei parenti. E così paga il Comune di Modena

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Caro estinto, quanto mi costi... Sembra essere questo il ritornello degli ultimi tempi. Non parliamo di funerali, ma di esumazioni ed estumulazioni al termine del periodo di concessione del seppellimento in terra o dell’occupazione di un loculo, che varia da 10 a 30 anni. Dopo tale termine i parenti sono chiamati ad intervenire e a spendere soldi per una nuova sistemazione, da 92 a 300 euro a seconda delle situazioni, ma nella metà dei casi le famiglie non rispondono alla chiamata del Comune. Segno della crisi anche questo, inequivocabile. Perché mai si erano registrati numeri simili. Un esempio: in generale, per tutti i cimiteri di Modena dal 1 gennaio al 30 novembre su un totale di 806 esumazioni da campo ci sono stati 453 casi di “disinteresse dei familiari” (54%) mentre su un totale di 357 estumulazioni da loculi o tombe ci sono stati 30 casi di persone non interessate (9%).

A questo proposito si può osservare che spesso la sepoltura in campo è una scelta che comporta minori costi e adottata prevalentemente, si presume, da persone con minori mezzi economici.

Il dato si può spiegare, secondo tecnici dei servizi sociali, non solo con la crisi e con i costi da affrontare ma anche per le interruzioni di relazioni familiari che una volta erano più strette. Le famiglie sono rarefatte. Spesso i pronipoti non sanno chi sia o non hanno avuto rapporti con la persona esumata. Ma la motivazione economica resta comunque preponderante. E se nessuna famiglia se ne fa carico, è il Comune che si deve occupare dei resti delle persone defunte. Lo fa a tariffe vantaggiose rispetto ai privati, ma per l’amministrazione resta sempre e comunque una spesa, sia nelle esumazioni, sia nei funerali di persone indigenti, che però sono pochi casi: nel 2011 si è trattato di 22, nel 2012 21, nel 2013 29 e nel 2014 fino ad ora sono 15. Come invece è successo nelle settimane scorse a Bologna, non c’è stato bisogno di una variazione di bilancio per sostenere le maggiori spese derivanti da questi continui esborsi non previsti.

La prassi, come detto, è ormai consolidata, come fanno sapere dal Comune stesso. Allo scadere del tempo stabilito di sepoltura a terra (10 anni, ma tendenzialmente è un po' di più) e della tumulazione in loculo (30 anni, anche in questo caso capita che siano protratti), si avvertono i familiari indicati negli atti di sepoltura della necessità di riesumare i resti.

Lo si fa con raccomandata, si ricercano email e numeri di telefono e da qualche tempo si affiggono cartelli nei cimiteri indicando il periodo di svolgimento delle operazioni e pregando di contattare gli uffici preposti.

Nel caso non ci siano risposte o dichiarazioni espresse di interesse, il Comune procede ugualmente e provvede al trasferimento in ossario comune o a un nuovo interramento nel caso i resti non siano completamente “mineralizzati”. I costi sarebbero a carico dei parenti, ma se non si fanno avanti paga il Comune sia pure con tariffa agevolata.

Davide Berti