Bper allerta per la riforma delle Popolari
Ettore Caselli: «Il governo non può escluderci, per le nuove norme l’associazione delle banche deve essere coinvolta»
Il mondo delle banche popolari è in fibrillazione dopo l’annuncio del governo Renzi di volere accelerare la riforma degli istituti cooperativi, che dovrebbe essere proposta nel decreto "investment compact" all'esame già nella giornata di oggi. Un’accelerazione che non piace ad Assopopolari, l’associazione che riunisce gli istituti di credito popolari, presieduta da Ettore Caselli, che guida anche la modenese Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Bper è una delle principali realtà coinvolte, assieme a Ubi e alla Popolare di Milano, in un mondo vastissimo che comprende anche un’altra realtà modenese quale è San Felice 1893 Banca Popolare.
Ancora non si conoscono le intenzioni del governo nei dettagli anche se le indiscrezioni parlano di abolizione del voto capitario (ora sostanzialmente indipendente dal numero delle azioni controllate) e della possibile trasformazione degli istituti cooperativi in società per azioni. Mutamenti che cambierebbero radicalmente gli istituti di credito cooperativo favorendo necessariamente l’ingresso sempre più consistente di fondi e investitori istituzionali nel capitale.
Il comprensibile disagio da parte delle banche popolari deriva dal fatto che la stessa associazione guidata da Caselli è da tempo impegnata in un lavoro di adeguamento dei propri istituti a un sistema bancario che cambia ed è logico che Assopopolari intenda essere coinvolta nel processo decisionale che conduce alla riforma.
«Quanto apparso negli ultimi giorni sui media in merito al possibile mutamento delle regole di governance delle popolari - ha detto ieri Ettore Caselli - non può non lasciarmi perplesso. È noto che l'associazione nazionale fra le banche popolari ha tenuto sempre alta, in particolare sotto la mia presidenza, l'attenzione sulla necessità di aggiornare la disciplina delle banche del settore al mutato contesto attuale. Per tale motivo è stata attivata una commissione composta da accademici di chiara fama e di indiscusso prestigio, composta dal presidente Angelo Tantazzi, da Piergaetano Marchetti e da Alberto Quadrio Curzio, con il compito di elaborare un modello di banca popolare ancor più rispondente alle mutate esigenze del mercato. Una proposta che, ne sono certo - ha concluso Caselli - si farebbe carico di elementi di novità da cui non si può prescindere, ma che al tempo stesso sarebbe ispirata ad un miglior equilibrio degli interessi in gioco e, ancora, si porrebbe in linea di continuità con i valori tradizionali a cui da sempre si ispira il movimento popolare. Spiacerebbe dovere constatare che la nuova disciplina, così come illustrata dai mezzi di informazione, esuli da ogni positiva considerazione in merito ai principi di equilibrio e di continuità».
L'intenzione del governo è di riformare comunque il sistema delle banche popolari ed è quindi possibile che il consiglio dei ministri in calendario oggi faccia passare la riforma non attraverso un decreto ma con un disegno di legge e quindi con un coinvolgimento del parlamento e con tempi inevitabilmente più lunghi. A quel punto la riforma potrebbe aprirsi al coinvolgimento delle banche popolari e di Assopopolari, come auspicato da Ettore Caselli.
Diversificate le reazioni a queste notizie da parte degli analisti finanziari, anche se a proposito di Bper c’è chi arriva al punto di auspicare un’aggregazione fra la stessa banca modenese e la Popolare di Milano. «Ci aspettiamo un impatto positivo su tutte le banche popolari italiane - hanno scritto gli analisti di Banca Imi - Riteniamo che Popolare Milano sia una di quelle che beneficeranno maggiormente della riforma considerando i bassi multipli attuali e l'accresciuta probabilità di diventare un target per un'operazione di acquisizione».
Equita Sim, dopo avere evidenziato «l’ampia flessibilità strategica della Popolare di Milano, che le permette di garantirsi un ruolo di consolidatore», ha sottolineato di preferire un'integrazione tra la banca milanese e la stessa Bper, operazione che già era stata tentata prima dell'inizio dell'attuale crisi economico-finanziaria.