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LiberaMente, una radio da matti

di Laura Solieri
LiberaMente, una radio da matti

Incontro con la redazione dell’emittente modenese che ha tra i suoi speaker anche ragazzi con disagio psichico

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MODENA. Che cos'è per te un matto? E cosa mi dici se ti dico che sono stato matto? Queste sono le domande di rito di Radio LiberaMente, l’emittente nata da un progetto del Circolo Culturale Left - Vibra e Social Point, le stesse domande che abbiamo voluto fare a chi di solito le pone agli altri.

Alcuni speaker della radio hanno, infatti, disturbi psichici e questo permette di fare conoscere davvero agli ascoltatori il loro mondo, far ballare e divertire, stimolare riflessioni, essere un punto di incontro tra chi normalmente è definito “matto” e le persone che si usano definire “normali”.

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«Secondo me quella della salute mentale è una linea parallela a quella della vita: è normale avere degli alti, dei medi e dei bassi e per questo la categoria “matto” per me non esiste», afferma Chiara Boni, 29 anni, di Vignola, che è il factotum della radio.

«Sono domande alle quali non ho mai pensato cosa rispondere - afferma lo storico dj di Radio LiberaMente Giulio Ferrari, 47 anni di Modena - una volta una signora ci ha semplicemente risposto: se mi dici che sei stato matto, io ci credo. Qualcuno ha detto che la pazzia è la ragione che si manifesta sotto un'altra forma. Per me un matto è uno che non riesce a capire fino in fondo cosa gli è successo… Anni fa, nel sonno, ebbi un attacco di panico, mi ero visto vecchio, solo, senza speranze, perso in un mondo brutale e violento. Con il tempo ho capito che questo potrà capitare, ma solo in parte. Il mio impegno in radio mi ha aiutato a tornare a essere più umano e affettivo, caratteristica che avevo perso dopo quell'episodio».

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La radio dunque come una occasione di fare comunità e per dare voce a chi normalmente non l'ha, abbattendo i muri creati dai pregiudizi, permettendo di conoscere da vicino aspetti ben diversi da quelli legati ai luoghi comuni sul disagio psichico.

«Da alcuni anni collaboriamo con il Vibra e l'associazione Idee in circolo nelle serate “Notti da Matti”, presentiamo e moderiamo convegni e serate musicali, organizziamo eventi. Si è formato un gruppo in cui ci si diverte e si respira sempre una bella atmosfera - dice Chiara mostrandoci una foto del gruppo intorno alla consolle - Ho sempre avuto una grande passione per la musica e sono molto timida. La radio mi ha fatto capire come canalizzare questa passione, forgiando il mio carattere e aprendomi nuove strade: ora curo anche una trasmissione su Radio Antenna 1».

Giulio è il Robbie Williams di Radio LiberaMente: «Noi siamo i Take That e lui è Robbie, il “maledetto” del gruppo», sorride Chiara di fianco a Giulio che sta allo scherzo. «Durante Màt, la Settimana della Salute Mentale, andiamo spesso in giro a fare interviste e un altro ambito delle nostre domande più frequenti è quello dell'affettività e della sessualità», spiegano.

«Facciamo domande come: secondo te un matto si può innamorare? A volte, ci sono arrivate risposte del tipo: “Ma no, che schifo, non si può”. L'uso del termine “matto” ci piace molto, soprattutto perché fa entrare in crisi il “politicamente corretto”», concludono i ragazzi.

Spiegano che il termine “matto” è stato scelto per farci passare dalla mente certi immaginari di pericolosità, imprevedibilità e negatività che si accostano al mondo della salute mentale».

Si può seguire la radio su facebook.com/radioliberamente.modena, ascoltare l'archivio di tutte le puntate su spreaker.com/user/radioliberamente.

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