Gazzetta di Modena

Modena

IL GUSTO

Le cose da assaggiare almeno una volta se vieni a Modena

Serena Arbizzi
Le cose da assaggiare almeno una volta se vieni a Modena

Quali sono  i piatti, i prodotti, i dolci, i liquori, i vini “must” da provare in città? Ecco le nostre proposte, diteci le vostre scrivendole nello spazio dei commenti qui sotto.

27 marzo 2015
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Le cose da mangiare assolutamente a Modena. Gli immancabili, quei cibi che non possono mancare nella collezione culinaria di ogni modenese e dei turisti che vengono in città. Quali sono i  capolavori della gastronomia modenese? Dallo «street food» all’amaro, dal primo al secondo senza trascurare. Ecco le nostre proposte: non una classifica, ma solo un elenco di idee che allungheremo grazie al vostor contributo. Utilizzate lo spazio commenti qui sotto per dirci le vostre.

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Gnocco fritto

Tra i cibi più semplici è senza dubbio uno dei più apprezzati dai palati di tutto il mondo. Con salumi, formaggi, o anche con la Nutella, lo gnocco fritto è un vero e proprio blasone della tradizione all’ombra della Ghirlandina. Viene preparato con pasta di pane dal cui  composto si ricavano dei quadrati o dei rombi da farcire.

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Tigella

Nota anche come crescentina, anticamente veniva preparata su dischi di terracotta o pietra refrattaria che si chiamavano proprio tigelle. Per questo, la crescentina si chiama tigella oggi, in pianura padana e nel resto d’Italia. Acqua, farina, grano tenero e lievito di birra sono gli ingredienti della tigella, che viene poi farcita con salumi, formaggi o, anche in questo, caso abbinata con la Nutella o marmellate.

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Ciccioli

Per i modenesi sono una merenda prelibata, in ogni stagione. I ciccioli sono un prodotto ottenuto dalla lavorazione del grasso del maiale nella preparazione dello strutto. Il grasso viene sezionato in piccoli bocconi e fatto cuocere lentamente così che la parte grassa si fonde e consente l’evaporazione dell’acqua ottenuta. Una volta diventati giallastri i bocconcini vengono versati su un canovaccio, premuti e insaporiti.

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Gnocco ingrassato  e stria

Due classici intramontabili di una tradizione che non passa mai di moda. Sono ‘il’ gnocco ingrassato, caratterizzato da uno spessore più consistente, e la stria, sottile e, talvolta, dalle sfumature scure, quasi bruciacchiate: due figure mitologiche della cultura enogastronomica modenese che hanno dimostrato e continuano a manifestare tutta la loro bontà. Per saperne di più

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Parmigiano Reggiano

È il formaggio Dop a pasta dura per eccellenza che subisce più tentativi di imitazione al mondo, realizzato con latte crudo, parzialmente scremato per affioramento, senza l’aggiunta di additivi o conservanti. Gran parte della produzione avviene tramite mucche della razza Frisona, presenti sul territorio dal Novecento, ma anche la razza reggiana rossa viene sfruttata tradizionalmente per produrre questo re della tavola.

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Lambrusco

Viene citato anche da Giosuè Carducci e il nome indica sia il vitigno che il vino. Il lambrusco è uno dei vini più venduti in Italia ed esportati nel mondo. Esistono quattro tipi di lambrusco doc: Grasparossa di Castelvetro, corposo e fortemente aromatico; Salamino, così denominato perché i grappoli ricordano i salami; il Sorbara, con aromi di fragola, ciliegia e lampone, e infine il Modena. Frizzantino e dolciastro c’è chi apprezza il lambrusco anche per l’aperitivo.

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Aceto balsamico e aceto balsamico tradizionale di Modena

Si ottiene con l’uva bianca coltivata sulle colline e un rituale che prevede più passaggi tra botti di legno diverso e, molte volte, tra generazioni. Esistono due tipi di aceto balsamico. Il primo, “Aceto balsamico tradizionale di Modena”, dal valore economico altissimo, invecchiato anche più di venticinque anni prodotto con i metodi tradizionali e “Aceto balsamico di Modena” prodotto industrialmente.

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Prosciutto di Modena dop

La zona di produzione del Prosciutto di Modena Dop corrisponde alla fascia collinare ed alle valli che si sviluppano attorno al bacino oro-idrografico del fiume Panaro e che partendo dalla fascia pedemontana non supera i 900 metri di altitudine. Qui nasce il gustosissimo prosciutto che deve rispettare le caratteristiche imposte da un articolato disciplinare di produzione.

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Borlengo

Il borlengo, burlengo o zampanella, è molto popolare in Appennino. A Zocca a questo prodotto è stato dedicato addirittura un museo. Ha l’aspetto di una crèpe, ma è molto più sottile e, quando lo si assaggia, si manifesta croccante. Acqua, o latte, farina e sale sono gli ingredienti base di questo cibo povero, ma sfizioso.

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Tortellino

Con il tortellino si entra nella leggenda, più che nella storia della cucina nostrana. La base di questo piatto, riconosciuto universalmente come simbolo della zona e oggetto di una storica disfida con Bologna, è composta da Parmigiano, l’impasto e carne macinata di vitello, maiale e salsiccia, prosciutto crudo e mortadella come ripieno. Il vero tortellino è in brodo, preferibilmente di manzo o cappone.

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Tortelloni di ricotta

I Tortelloni di ricotta sono un'altra di quelle specialità  tipiche  modenesi con la pasta fatta in casa. L’alternativa ai tortellini in brodo. Più grandi, fatti sempre con la pasta all'uovo, ma con un ripieno diverso e serviti asciutti. Al loro interno  ricotta, uova, prezzemolo, parmigiano, sale, pepe e noce moscata. I Tortelloni di ricotta e spinaci, di zucca o di patate sono invece delle varianti

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Lasagne

A pasta verde o gialla, le lasagne rappresentano un simbolo della cucina modenese nel mondo. “Costruite” a strati alternati di pasta, ragù di carne e besciamella, la loro preparazione costituisce un rituale per rezdore e massaie modenesi.  Ne esistono poi numerose varianti per chi, vegetariano o amante delle verdure, vuole provare una versione della lasagna “verde” non solo nell’impasto, ma anche nella farcitura.

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Tagliatelle

Sono rigorosamente costituite da sfoglia sottile e soda, la farina va mondata soltanto con le uova, senza concessioni a neppure una goccia d’acqua. Si possono condire a piacere con ragù soffritti di carne e pomodoro, oppure con prosciutto tagliato a dadini. Una variante sono le tagliatelle verdi che prevedono nell’impasto gli spinaci o la bietola.

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Rosette

Le rosette al forno, o nidi di rondine, per l’aspetto che miscela tinte delicate, che vanno dal rosa antico del prosciutto cotto, al giallo della pasta fino al bianco della besciamella, sono uno dei piatti eleganti per eccellenza della cucina modenese. Protagonista del piatto è la pasta all’uovo tagliata a strisce, condita con besciamella, Parmigiano, fontina, noce moscata a piacere, arrotolata e tagliata in tante piccole porzioni che vengono affiancate nella teglia.

 

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Zampone

È un componente immancabile della tavola di Natale, ma chi ama veramente la tradizione tipica lo prepara più volte nel corso dell’anno. Lo zampone è un salume fatto con carne grassa e magra mista alle parti molli delle guance e della gola del maiale, triturate, salate e insaccate nella pelle delle zampe anteriori. Si mangia lessa e servita a fette.

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Cotechino

Anche questo blasone della cucina tipica modenese rientra tra i salumi da lessare, composto da un impasto di carni e cotenne suine, triturate e drogate, e poi insaccato in un budello di maiale ed essiccato. Da mangiare rigorosamente bollito.

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Risotto al balsamico

Ecco un’altra portata che, servita in crosta di Parmigiano Reggiano con scaglie di grana e aceto balsamico, parla di Modena. Ricca di proteine, è un primo piatto che si adatta perfettamente a chi vuole mantenere la linea e per chi segue una dieta di tipo sportiva.  

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Maccheroni al pettine

La pasta all’uovo dalla quale sono composti viene stesa e chiusa a mano uno ad uno. Vengono serviti, a scelta, con ragù di salsiccia e funghi porcini o ragù di galletto. Sono tra i tipi di pasta più apprezzati a Modena i caratteristici maccheroni al pettine, progenitori dei garganelli. Il maccherone al pettine prende questo nome dalla particolare lavorazione con cui si rigava l’impasto, in origine praticata con i telai, o pettini usati per i tessuti. Oggi la rigatura è possibile grazie a pettini di minori dimensioni.

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Carrello dei bolliti

Il carrello dei bolliti e degli arrosti è uno dei piatti irrinunciabili sotto la Ghirlandina. Un corredo dei prodotti tipici modenesi come lo zampone e il cotechino, oltre alla lingua, la testina di vitello e il manzo. Facile ritrovare in alcune case modenesi il carrello dei lessi, un mobile che custodisce al caldo tutti i lessi durante il pranzo. Gli arrosti si possono abbinare con prosciutto al forno, stinco di maiale e a rotazione coppa, arista o altro.

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Bensone di Nonantola

È una sorta di pane dolce, cotto al forno e arricchito con granelli di zucchero, si mangia tagliato a fette e intinto nel lambrusco. Per secoli il belsòn si è cucinato in casa in occasione di particolari festività, si cuoceva nel forno o nella stufa a legna in coda al pane poiché la cottura necessitava di maggior calore.

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Torta Barozzi

La torta Barozzi è uno squisito dolce di origine modenese, molto goloso e invitante. per la precisione la torta a base di cioccolato è nata a Vignola. La ricetta originale è tuttora gelosamente conservata dagli ideatori di questa torta a base di cioccolato, mandorle,  caffè e anche altro dal gusto amabile e delicato. Unica. Nello specifico è famosa la Pasticceria Gollini di Vignola, che dal 1887 diffonde i deliziosi aromi dei suoi prodotti artigianali nel centro di Vignola.. La Torta Barozzi nacque tra le mani di Eugenio Barozzi all’inizio del Novecento

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Zuppa inglese

Inglese di nome ma modenese di fatto. Anche se sull'origine sono in corso dispute con altri territori, un po' come avviente per i tortellini. Dolce al cucchiaio a base di savoiardi bagnati con alchermes dal colore tipico rosso, con crema pasticcera al cioccolato e crema pasticcera chiara.

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Amaretti

Gli Amaretti di Modena sono dolci della tradizione modenese. "Si tratta di pasticcini inventati circa cent’anni or sono - spiega il consorzio dei prodotti tipici modenesi della camera di commercio - appaiono come dischi di 4-8 cm di diametro, rugosi e leggermente bombati. Caratterizzati da un accattivante sapore dolce-amaro e da un invitante profumo di mandorle e zucchero, risultano ben cotti e friabili all’esterno ma racchiudono all’interno una pasta morbida e ancor più fragrante. La base per la preparazione degli amaretti è costituita da mandorle amare e dolci"

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Nocino

È il più tipico tra i liquori e la sua storia è intrisa di magia. Il nocino è un infuso in alcool dei malli verdi delle noci, dal sapore intenso e le proprietà digestive. La sua storia affonda le radici tra il Secchia e il Panaro. La tradizione vuole che le noci vengano raccolte il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista. L’antica credenza popolare voleva che la rugiada (guazza) formatasi nella notte tra il 23 e il 24 giugno fosse una panacea per ogni male, specie per i problemi dell’apparato digerente e per i disturbi gastro-intestinali, per i quali il Nocino era considerato un rimedio eccellente.

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Sassolino

Nato nel 1804 grazie ad alcuni speziali e droghieri svizzeri provenienti dal Cantone dei Grigioni, trasferitisi a Sassuolo, dove iniziarono a distillare l’Illicium verum, l’anice stellato. Si pensa che il nome Sassolino sia stato dato dai cadetti dell’Accademia Militare di Modena che d’estate si spostavano a Sassuolo per le esercitazioni.

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Ciliegie di vignola

La Ciliegia di Vignola Igp ha un sapore dolce e fruttato. La sua polpa è consistente e croccante, fatta eccezione per la cultivar Mora di Vignola. La buccia ha un colore che varia dal rosso brillante al rosso scuro, tranne che per la varietà Durone della Marca, dove invece risulta sempre lucente ma di colore giallo e rosso brillante.