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Cpl e mazzette, Simone fa il pentito e racconta il "sistema corruttivo". E tira in ballo Roberto Casari

Cpl e mazzette, Simone fa il pentito e racconta il "sistema corruttivo". E tira in ballo Roberto Casari

Consulenze, spesso fittizie, e subappalti a ditte segnalate dagli amministratori pubblici che favorivano l'aggiudicazione degli appalti. I retroscena della bonifica dalle cimici effettuata negli uffici di Roma

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Nel caso Cpl c'è il primo "pentito", disposto a raccontare ai magistrati come funzionava quello che gli investigatori e il gip nelle ordinanze di custodia ha definito un "sistema criminale". Il ''sistema corruttivo'' della Cpl Concordia, che al sud aveva sviluppato la propria presenza aggiudicandosi numerosi appalti, fino alla metanizzazione di Ischia al centro dell'inchiesta,  funzionava attraverso consulenze, spesso fittizie, e subappalti a ditte segnalata dagli amministratori pubblici che favorivano l'aggiudicazione degli appalti. Lo ha spiegato il responsabile relazioni istituzionali della cooperativa modenese Francesco Simone nell'interrogatorio di ieri nel carcere di Poggioreale. Nello stesso carcere sono ancora rinchiusi gli altri arrestati, compreso l'ex presidente della Cpl Casari.

 Il "sistema" è stato illustrato da Simone, destinatario di una delle ordinanze di custodia eseguite nei giorni scorsi, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Amelia Primavera e ai pm Henry John Woodcock, Giuseppina Loreto e Celeste Carrano. Dopo aver accennato a quello che ha definito "un protocollo ben collaudato", il dirigente della coop è entrato nei dettagli soffermandosi sull'appalto per la metanizzazione nell'isola di Procida.

Secondo Simone, l'ex sindaco ed ex deputato Luigi Muro, raggiunto oggi da un avviso di garanzia, sarebbe stato utilizzato anche per i suoi legami con l'attuale sindaco, allo scopo di ottenere le autorizzazioni necessarie dal Comune. A Muro sarebbe stata riservata una quota quantificata tra il 10 e il 20 per cento di una società costituita ad hoc dalla Cpl Concordia.

Il dirigente ha spiegato che diverse volte la coop ha creato società di scopo le cui quote aumentano vertiginosamente quando l'appalto viene assegnato e si sbloccano i finanziamenti pubblici. Lo stesso sistema sarebbe stato applicato, a suo dire, per retribuire Muro "o chi per lui". Simone ha anche raccontato di aver assistito a colloqui tra Muro e Roberto Casari, ex presidente della Cpl, durante i quali si faceva esplicito riferimento alla vicenda. Casari si sarebbe poi anche lamentato con Simone per il fatto che Muro "voleva monetizzare subito il suo guadagno" avendo intenzione di vendere la propria quota appena ottenuto il finanziamento. Simone avrebbe sentito l'esponente politico sostenere che grazie a lui sarebbero stati adottati provvedimenti amministrativi a favore della Cpl in maniera rapida.

Il dirigente ha riferito quello che conosce sugli appalti per la metanizzazione nell'isola di Procida che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di Luigi Muro, l'ex sindaco, "che doveva fare da tramite con l'attuale sindaco per suo conoscente". La controparte per Muro sarebbe stata una quota del 10 per cento di una società costituita ad hoc per canalizzare i finanziamenti statali per la metanizzazione dell'isola. Poi, racconta Simone, di aver sentito Muro voler subito "monetizzare" e vendere le quote non appena "sarebbero arrivati i finanziamenti". Secondo il dirigente della Cpl, l'intervento di Muro avrebbe sicuramente fatto vincere gli appalti alla cooperativa modenese.

TUTTA LA CPL INTERCETTATA

«Però ragazzi stiamoci attenti, state attenti... no dico, stiamo attenti tutti quanti... cioè voi fate le cose troppo facili... le cose non sono così semplici come le fate voi...parlate al telefono....».

«Io dico... di che cazzo stavate parlando... tu che gli dici... eh... di sto cazzo... non è un periodo che dobbiamo stare attenti Nicola... io lo dico per te... Io lo dico per te perché ti voglio bene sennò se eri un altro manco te lo dicevo... tu non dire niente, non li fare spaventare, digli: ragazzi stiamo attenti a non parlare... Soprattutto non parlate al telefono...».

Ecco le due intercettazioni in cui Massimo Ferrandino, fratello del sindaco di Ischia oltre che avvocato che collabora con Cpl e da ieri tornato ai domiciliari, “informa” indirettamente gli inquirenti del fatto che i vertici di Concordia siano a conoscenza di essere intercettati.

Alla luce di quell’allerta, la strategia per bonificare gli uffici di Cpl a Roma la impone invece Francesco Simone a Nicola Verrini: «Serve fare una bonifica Nicò. Quando mi autorizzi chiamo il Generale, ce la facciamo fare, però ovviamente ci farà un prezzo di riguardo. Però facciamola. Ho visto adesso la sua donna, che è avvocato ed è intima amica di Adinolfi, del Generale della Guardia di Finanza, m’ha detto che lì già ce l’hanno monitorata quella cosa».

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E in effetti Simone prende contatto con il generale Lopez, titolare di una ditta di Milano, al quale vorrebbe affidare la bonifica che avviene regolarmente, come spiega lo stesso manager quando verrà interrogato dagli investigatori. Il costo complessivo è stato di 3mila euro, regolarmente fatturato. Ma Simone nega di aver mai conosciuto o avuto contatti con il Generale Adinolfi con il quale, però, avrebbe voluto organizzare una cena con Casari e a cui avrebbe inviato - circostanza mai realizzata - un dossier su tutte le gare pubbliche perse da Cpl per uno scarto minimo.

Curioso comunque evidenziare che la bonifica risulti negativa mentre invece i carabinieri hanno la possibilità di continuare a seguire le conversazioni nell’ufficio romano della cooperativa. A Concordia, invece, non ci sarà mai alcuna bonifica nonostante Massimo Ferrandino, il 28 novembre 2013, avesse informato Nicola Verrini che “tutta la Cpl è intercettata”.

Nello stesso frangente viene monitorato anche il telefono del generale della Finanza, Michele Adinolfi, che verrà poi ascoltato anche dal pm Woodcock ipotizzando il reatro di corruzione. Ne escono diverse conversazioni anche con il collaboratore di Matteo Renzi, Luca Lotti, ma per competenza territoriale il fascicolo sul generale finisce a Roma dove sarà poi archiviato.

«Mi sono visto indagato per corruzione - ha detto in un’intervista al Corriere della Sera - cioè io sarei stato corrotto da persone, che però non conosco. Da militari bisogna sopportare ma io mi sento martoriato». (fd)