Sì alle trivelle, no al deposito gas di Rivara
La Regione sblocca le esplorazioni dopo lo stop post-sisma e si prepara l'ultimo atto governativo contro il maxi stoccaggio
Revocata la sospensione delle attività di ricerca e stoccaggio di idrocarburi in Emilia Romagna. Dopo poco più di un anno, dunque, la Regione torna a dare il via libera alle trivelle, sospese dopo il terremoto del maggio 2012 e i risultati incerti e criticati della commissione Ichese sul legame tra il sisma e le attività di scavo.
LA DELIBERA
La giunta Bonaccini ha approvato la delibera con cui si sbloccano le procedure congelate dal 2014 a oggi e si dà la possibilità a nuovi progetti di ricerca di essere presentati per la valutazione d'impatto ambientale. Allo stesso tempo, però, il provvedimento ribadisce il secco no della Regione e del ministero al progetto di deposito gas di Rivara.
Nella delibera, infatti, si conferma "la non fattibilità del progetto di stoccaggio gas nel sito di Rivara e quindi, in generale, dell'utilizzo dell'acquifero profondo di Rivara per qualsiasi finalità di stoccaggio".
A volere lo stop alle trivelle fu l'allora presidente della Regione, Vasco Errani, in attesa dei "necessari approfondimenti a seguito delle conclusioni del rapporto ichese", che aveva escluso legami tra il sisma e "la maggior parte delle attività di produzione e stoccaggio di idrocarburi e di sfruttamento di risorse geotermiche della zona", mentre aveva evidenziato che non era "esclusa, ma neanche provata, la possibilità che le attività di estrazione e reiniezione in essere presso il campo di cavone abbiano contribuito a innescare l'attività sismica del 2012 in Emilia". Per questo, la commissione Ichese formulò "raccomandazioni per una gestione ottimale delle attività di sfruttamento del sottosuolo".
GLI STUDI E LA COMMISSIONE
Nell'aprile 2014, la Regione deliberò dunque la sospensione di ogni procedura di rilascio di permessi per attività di ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi in Emilia Romagna, compresi i procedimenti avviati a livello statale. Allo stesso tempo, la Regione firmò l'intesa con il ministero dello Sviluppo Economico e la società Padana Energia per trasformare l'impianto del Cavone di San Possidonio, visto appunto come possibile causa dell'innesco del sisma del 2012, in un laboratorio scientifico in cui studiare l'eventuale legame tra le attività di ricerca e stoccaggio gas e i terremoti.
Lo studio è durato alcuni mesi (da aprile a luglio 2014) e ha messo nero su bianco che l'attività svolta nel Cavone, in particolare la reimmissione d'acqua nel sottosuolo, non ha innescato il sisma. "Non vi è alcuna ragione fisica - si leggeva nel rapporto - per sospettare che le variazioni di pressione agli ipocentri derivanti dalle attività di produzione e iniezione del campo di cavone abbiano innescato la sequenza del maggio 2012".
I risultati dello studio sono stati assunti dal gruppo di lavoro istituito dal ministero, che nel novembre 2014 ha presentato le linee guida per il monitoraggio della sismicità e delle attività di coltivazione e stoccaggio gas. Il documento è stato trasmesso il 3 marzo scorso alla Regione e prevede una "fase di prima applicazione su alcuni casi pilota", tra cui il campo di Cavone, la concessione di stoccaggio gas "Minerbio" e la concessione di coltivazione di risorse geotermiche "Casaglia".
NIENTE FRACKING
Restano comunque vietate per legge attività più invasive, come il fracking.
Ben venga lo sblocco delle attività di ricerca e stoccaggio gas in Emilia Romagna. E "benissimo la conferma del no" al deposito di Rivara, "diniego che, posso già annunciare, sarà sancito definitivamente con l'approvazione del collegato ambiente con un apposito emendamento da me presentato". A dirlo è il senatore modenese del Pd, Stefano Vaccari, che in una nota commenta così la decisione della giunta bonaccini di sbloccare le trivelle. "Reputo che siano stati compiuti i giusti passaggi dal 2014 - commenta Vaccari - per garantire la tutela del territorio e avviare un percorso di approfondimento serio con il lavoro della commissione Ichese e le sperimentazioni avviate su alcuni siti, tra cui quello del Cavone".