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boom di confessioni in convento

Carpi: San Martino Secchia, i frati nuovo punto di riferimento

Carpi: San Martino Secchia, i frati nuovo punto di riferimento

Sarà la crisi economica, sarà forse un rinnovato bisogno di spiritualità, fatto sta che non si può fare a meno di registrare in città il fenomeno dei frati Fratelli Minori di San Francesco. Le...

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CARPI. Sarà la crisi economica, sarà forse un rinnovato bisogno di spiritualità, fatto sta che non si può fare a meno di registrare in città il fenomeno dei frati Fratelli Minori di San Francesco. Le richieste di confessioni sono aumentate e le messe registrano sempre più spesso il tutto esaurito. Tutto questo nonostante il convento non sia proprio dietro l'angolo ma a 15 km da Carpi, cioè a San Martino Secchia.

«In tanti - spiega frate Simone - ci vengono a trovare e non solo da Cortile ma anche da Carpi, Modena e da altri Comuni delle province vicine. Il rapporto che abbiamo con la popolazione è molto bello».

Perchè secondo lei c'è questo interesse?

«Penso che ci sia bisogno di fraternità, sobrietà e di letizia, cioè mantenere il cuore lieto anche nelle difficoltà. Questi sono i nostri valori».

Da quanto tempo siete a San Martino?

«Dall'autunno 2012 ma la richiesta per avere dei francescani a Carpi partì molto prima grazie all’opera del vescovo di allora monsignor Tinti. Oggi siamo in 5 provenienti da diversi conventi».

Come si svolge la vostra giornata?

«La sveglia suona alle 5.50 per la preghiera. Alle 7.20 colazione poi letture fino alle 9 poi lavoro nel convento..., alle 18 la messa. Ci ritiriamo alle 22. La televisione? No, molto raramente: è un ostacolo alla vita fraterna».

Quando ha scelto di diventare francescano?

«Io sono di origine veneta e la mia gioventù l’ho passata in parrocchia, anche se a dire il vero ero un po’ discolo. Ho studiato medicina poi un viaggio ad Assisi nel 1995 mi ha cambiato la vita».

C'è anche chi si avvicina all’ordine dei Francescani dopo una vita burrascosa come il celebre fra Cristoforo del Manzoni?

«Certo, ma le esperienze sono varie. Tutto inizia con un anno di avvicinamento poi il percorso prosegue per altri anni prima di poter diventare frate francescano».

Sul piano della vita pratica avete delle difficoltà?

«Noi siamo tutti nullatenenti. Viviamo di provvidenza e il Signore non ci fa mancare nulla di ciò che è realmente importante».

Voi confessate tante persone: quali sono i mali che affliggono la gente?

«Il male principale nasce dalle relazioni ferite: non riuscire ad avere rapporti sinceri e profondi con il prossimo. Tanti si lasciano guidare dalle emozioni del momento e non dal valore di un rapporto. Poi ci sono le ansie generate dalla società cioè il bisogno d'apparire, di possedere».

Rino Filippin