Gazzetta di Modena

Modena

Festival Filosofia 2015

Gregory:«Le culture si ereditano traducendole»

di Felicia Buonomo
Gregory:«Le culture si ereditano traducendole»

Il filosofo e il passaggio del sapere dai greci in poi, una storia di trasferimenti in lingue diverse

20 settembre 2015
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«Il passaggio di un'eredità culturale da una civiltà ad un'altra, da un contesto geografico e politico a un altro è sempre legato ad una traduzione». È il tema sviscerato da Tullio Gregory nella sua lectio dal titolo “Traduzione. Ereditare e tradurre”.

«I greci – spiega Gregory – traducono dagli egizi, i latini dai greci, le lingue moderne dai latini. Il tradurre è fondamentale nel passaggio da una cultura all'altra. E non solo di tradurre testi, ma di trasferire esperienze, miti, valori, modelli. La storia della civiltà è sempre un tradurre, per rendere accessibili testi che altrimenti rimarrebbero ignoti». Ereditare secondo Gregory è come rivivere la nostra stessa storia, perché tutti noi siamo fatti di materia ereditaria. «Pensate alla figura di Medea, figura tragica che viene dal mondo greco e sulla quale si sono esercitati poeti, drammaturghi. Questo rende l'idea di come viviamo di continue interpretazioni dei temi del passato. Di come viviamo di eredità. Un umanista parlava di un grande mercato delle arti, ma non di materiali, ma di valori, miti, esperienze».

Ogni eredità, dunque, è un trasferimento, un portare da un contesto geografico, politico e linguistico, ad un altro contesto. In questo passaggio un elemento fondamentale è la scrittura, che è essa stessa un interpretare. «Noi viviamo di traduzione – fa presente Gregory – Cicerone ad esempio si era posto il problema, essendo in crisi la Grecia, di tradurre il patrimonio culturale greco in termini latini. Quindi tradurre, nell'aspetto più tecnico del termine, è un momento fondamentale». E a chi potrebbe eccepire che in questo passaggio dall'originale al tradotto si rischia di perdere qualche elemento, potenzialmente fondante, Gregory risponde: «Certamente il tradurre, i linguisti lo hanno studiato e teorizzato, non riesce mai a rendere l'originale, ma può anche accrescerlo. L'equilibrio nel tradurre consiste proprio nella trascrizione e innovazione. È l'aspetto più bello del tradurre. Non a caso i grandi scrittori sono anche grandi traduttori, pensiamo ad esempio a Cesare Pavese, solo per citare uno scrittore italiano».

Non si dimentichi che Tullio Gregory è anche l'anima della cucina filosofica, che viene offerta al pubblico del Festival Filosofia nella tre giorni che da quindici anni affolla le piazze di Modena, Carpi e Sassuolo. «Il tema ereditare – afferma Gregory – ci ha portato a seguire la linea che da sempre seguiamo, che è quella di restaurare l'antica civiltà gastronomica emiliana, a volte messa in crisi dalle stelle nascenti. Quindi difendere l'ombelico di Venere, i tortellini, il bollito, il maiale fino alla zuppa inglese, che si chiama inglese, ma è un piatto tipico emiliano».