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Internet, sapere per tutti? «Il sogno illuminista è ora»

di Marcello Radighieri
Internet, sapere per tutti? «Il sogno illuminista è ora»

Lo storico americano Robert Darnton discute di “Digitalizzazione e democrazia”: l’ideale illuminista adesso può realizzarsi grazie al web ma non mancano ostacoli

20 settembre 2015
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Realizzare il sogno degli illuministi e rendere il sapere accessibile a tutti. È un mandato impegnativo, che viene direttamente da Thomas Jefferson. E che oggi, con le tecnologie del XXI secolo, non sembra più così irrealizzabile. Almeno stando a sentire Robert Darnton, professore presso l’Università di Harvard, studioso dell’illuminismo francese e grande esperto della storia del libro. «Grazie a internet – spiega - oggi abbiamo finalmente i mezzi per soddisfare questa missione». La sua è la prima lectio magistralis del sabato mattino. Dal palco di piazza XX settembre parla di “Digitalizzazione e democrazia”, ovvero dell’evoluzione del concetto di accesso alla conoscenza. Un excursus che parte dall’antico Egitto e arriva fino ai giorni nostri, tanto da tirare in ballo colossi come Google e Wikipedia, a riannodare i fili del rapporto tra libri e grande pubblico. Ma andiamo con ordine. Perché Darnton, che è anche direttore della biblioteca universitaria del prestigioso ateneo americano – la più grande al mondo e la più antica del Nord America – parte da lontano. Da quando, cioè, «lo scopo precipuo» delle biblioteche non era già la fruizione degli utenti, ma la rappresentazione della magnificenza. Andava così, ad esempio, nella famosa struttura di Alessandria, fatta costruire dalla Tolomeo II, e ancora ai tempi della dinastia Qing nell’Impero Cinese. «Per buona parte della loro storia le biblioteche hanno cercato di tenere fuori la gente» attraverso diversi metodi: mura di cinta, cancelli, sistemi ad accesso limitato. «Ne risultava un’atmosfera intimidatoria, capace di tenere a distanza le persone comuni a favore di una ristretta élite che si riteneva superiore».

La controtendenza arriva solo con l’Illuminismo, che inizia a propagandare un principio di condivisione. Secondo le idee di Jefferson e de Condorcet, spiega Darnton, la diffusione del sapere è inestricabilmente legata al concetto di democrazia. E se all’epoca tale principio poteva facilmente scontrarsi con vincoli di carattere tecnico, ora, con l’avvento dell’era digitale, non appare più così utopico. Il mondo del sapere, infatti, è oggi «attraversato da un nuovo ideale di apertura e facile accesso alle informazioni. E portali come Wikipedia ne sono la dimostrazione pratica». Per questo, continua lo studioso, «negli Usa abbiamo riunito i rappresentanti di fondazioni e istituti bancari, coadiuvati da un nutrito team di ingegneri informatici: per iniziare a pensare ad una biblioteca gratis aperta e accessibile a tutti». Ne è nato un dibattito che ha coinvolto migliaia di persone e che si è protratto per alcuni anni. Per poi sfociare, nel 2013, nella nascita della Digital Public Library of America (DPLA), un portale online che garantisce l’accesso a risorse digitalizzate da diverse istituzioni. Oltre dieci milioni di titoli consultabili da tutto il mondo - ad esclusione della Corea del Nord, del Ciad e del Sahara Occidentale. Un risultato incredibile, che tuttavia deve farei conti con qualche difficoltà. Perché ancora oggi il processo di digitalizzazione incontra qualche ostacolo.

Su tutti, il «conflitto tra democratizzazione e mercificazione delle opere», che ne impedisce o rallenta la diffusione, spiega ancora Darnton riferendosi soprattutto alla questione dei diritti d’autore. «Dobbiamo trovare una terza via, un equilibrio sostenibile tra gli interessi dei privati e il bene comune».

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