Gazzetta di Modena

Modena

Festival Filosofia 2015
FORTI, BONCINELLI e wulf

Da Socrate al Duomo

Da Socrate al Duomo

Dalla “rivisitazione” della figura di Socrate all'ereditarietà culturale, passando per i beni immateriali dell'umanità. Tante le declinazioni attraverso le quali i filosofi ospiti di questa...

21 settembre 2015
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Dalla “rivisitazione” della figura di Socrate all'ereditarietà culturale, passando per i beni immateriali dell'umanità. Tante le declinazioni attraverso le quali i filosofi ospiti di questa quindicesima edizione del festival filosofia hanno sviscerato il macro tema dedicato all'ereditare. Disobbedienza etica attorno alla figura di Socrate, ad esempio è stato il tema affrontato da Simona Forti nella sua lezione magistrale, dove ha cercato di capire «come può essere ripensato – ha detto la Forti – ed ereditata la figura di Socrate in chiave di disobbedienza etica. C'è una serie di pensatori che recupera la figura di Socrate, in modo da proiettare su esso l'ideale della dissidenza etica e politica, perché di fatto non esiste distinzione tra etica e politica». Una scelta di cambiamento, invece, da parte del genetista Edoardo Boncinelli. Il titolo della sua lezione, infatti, era “Ereditarietà”, ma non ha affatto parlato di geni, a dispetto della sua figura professionale. «Da un genetista come me – ha spiegato Boncinelli – ci si aspetti che parli di geni, di genomi, di eriditarietà biologica, ma ne ho parlato tanto, mi sono stufato. Quindi parlo di ereditarietà culturale, come si diffonde, come cresce. E rispondo ad una domanda fondamentale: come mai il progresso tecnico-scientifico va così veloce e quello morale e civile va così lento. La conoscenza può essere trasmessa, scritta, ereditata e non coinvolge le mie doti personali, così come le mie norme di comportamento». Ha parlato di patrimonio culturale immateriale, invece, Christoph Wulf nella sua lezione magistrale. «I beni immateriali dell'umanità – sono state le parole di Wulf – sono inseriti all'interno di una convenzione dell'Unesco che risale al 2003. Ci sono culture nelle quali non ritroviamo grandi edifici che costituiscono i beni materiali, come il Duomo di Modena patromonio di tutti, dell'umanità, ma dove si trovano pratiche che vanno a costituire la loro cultura e che definiscono l'eredità del genere umano. Un patrimonio importante, che consente ai giovani di confrontarsi con l'altro e sviluppare senso di vicinanza con culture diverse».

Felicia Buonomo