Gazzetta di Modena

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Festival Filosofia 2015

«Godiamoci i nonni di oggi, preziosi e presenti»

Vegetti Finzi fa un parallelo con il passato sottolineando l’importanza di queste figure nelle famiglie

21 settembre 2015
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Il ruolo dei nonni all'interno di rapporti famigliari mutati è stato il cuore della relazione tenuta da Silvia Vegetti Finzi ieri a Carpi. La dottoressa si è occupata a lungo di storia della psicoanalisi, di rapporti famigliari e dello sviluppo psicologico dall'infanzia all'adolescenza. Se si parla di cambiamenti sociali, non si può non tenere conto del fatto che il cambiamento ha finito per coinvolgere tanto l'autorità dei genitori quanto i nonni, figure simbolicamente salde a un mondo irremovibile.

Chi sono i nuovi nonni?

«I nuovi nonni sono quelli nati dopo il 1945 che hanno fatto il Sessantotto, che dunque sono stati figli ribelli e poi genitori innovativi, e quindi nuove figure di nonni. I loro nonni hanno vissuto l'inizio del Novecento, le due guerre e le persecuzioni. -ha continuato la professoressa- Avrebbero avuto molto da trasmettere alle nuove generazioni in termini di esperienza, tuttavia questa trasmissione si è bloccata perché c'era fame di futuro. Anche se i figli hanno ereditato un paese politicamente avanzato, i rapporti privati, furono segnati da antichi retaggi. Ed è proprio contro l'autoritarismo- ha spiegato- che crebbero i figli del Sessantotto, furono figli della rivolta, furono loro che introdussero in famiglia il conflitto».

Inutile dunque confrontarsi con i modelli precedenti, più legati alla tradizione «I nipotini li incontravano solo d'estate o durante le festività. - ha sottolineato - Quei nonni erano importanti ma rimanevano sullo sfondo della famiglia, erano immobili. Gli stessi beni dei nonni erano strettamente materiali: a casa loro si trovavano oggetti remoti appartenenti all'antiquariato minore».

«Oggi, invece, i nuovi nonni occupano una posizione centrale all'interno della famiglia per tre ragioni fondamentali: per ragioni economiche, hanno avuto il posto fisso, hanno acquistato una casa, godono di una buona pensione quindi condividono il loro benessere con figli e nipoti; si occupano dell'accudimento dei nipoti sopperendo alle carenze del Welfare; hanno una grande disponibilità affettiva, la casa dei nonni è spesso il rifugio affettivo per i nipoti». Nel legame nonni-nipoti Silvia Vegetti Finzi non vede necessariamente un carattere di consanguineità «Si può essere simbolicamente nonni» ha detto. È all'educazione come testimonianza che pensa Silvia Vegetti Finzi affermando «Occorre recuperare l'esperienza del saper fare come etica della vita. I giovani sono presi dalla fretta, dal tutto e subito, non hanno il senso del tempo delle cose e del fare. Per questa ragione fare una torta, tinteggiare la ringhiera di un cancello può essere un'esperienza molto formativa. I giovani hanno bisogno di storie- ha raccomandato- raccontate ai vostri nipoti le vostre storie».

Accanto alla riflessione accademica la studiosa ha rievocato alcune testimonianze di nonni e nonne contenute nel suo ultimo libro, attraverso le voci narranti di due "nuove nonne". «Il nostro compito di nonni è di dare fiducia e speranza ai nipoti, e infine dire adesso proseguite voi. Diamo ai ragazzi la possibilità di sbagliare, anche se commettono errori dobbiamo ricordarci che il rischio fa crescere. Lasciamo che vivano la loro vita. -ha concluso- La differenza rispetto al passato è che i nonni si concedono il piacere fisico di stare con i nipoti. Scoprono che invecchiare accanto a un bambino che cresce, è un'esperienza piacevole. Ecco dunque che il cambiamento, rispetto al passato, sta nella prossimità».

Francesca Testi

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