Gazzetta di Modena

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A Modena l’ex Grande Italia, il bar dell'era beat, diventa una boutique di golosità

di Saverio Cioce
A Modena l’ex Grande Italia, il bar dell'era beat, diventa una boutique di golosità

Nel celebre ex bar di Modena che ospitò il locale mito beat della Modena degli anni ’60 e ’70 apre una bottega che offre il meglio di salumi, formaggi e vini con una formula innovativa

04 ottobre 2015
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MODENA. Fa un bell’effetto la nostalgia, soprattutto se spinge un imprenditore dell’alimentare a riprendere in mano un locale sostituito da una pellicceria per quaranta anni e a rilanciarlo. A modo suo, naturalmente.

Egidio Montanari, nato nel Reggiano e cresciuto a Carpi, è riuscito a piazzare il colpo di rimettere nei locali dell’ex Grande Italia in largo di Porta Bologna un emporio di nuova generazione, sempre dedicato alla ristorazione. Al posto del bar dove si consumavano grappe e whisky con annessa tavola calda è nato la “Bottega di Mastro Egidio”, una boutique alimentare che strizza l’occhio, nell’arredamento e nell’offerta a banco di salumi e formaggi, alle atmosfere d’inizio ’900.

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«Credo che a Modena mancasse un locale di questo tipo - spiega Egidio Montanari - Certo, ognuno offre i marchi in cui crede ma noi mettiamo il meglio delle specialità; cui conosciamo personalmente produttori e prodotti, dal campo alla tavola. Che siano i formaggi o i salumi di Mora Romagnola, il lardo di Colonnata o il prosciutto di Cinta Senese noi vogliamo offrire l’eccellenza della produzione. Tutto qui. È la cultura della tradizione».

E il bar che a Modena fu la culla della beat generation? Rimane nei ricordi, certo. Parecchi clienti nei primi giorni d’apertura sono venuti per curiosare, per abbandonarsi ai ricordi dei vent’anni che non ci sono più. Nel 1975, quando fu scattata la foto che diede il titolo all’ellepì, avevano quasi vent’anni e il mondo in mano.

Oggi tra di loro c’è chi è diventato direttore di banca e chi è una signora bene, magari con una carriera manageriale alle spalle. Ma il richiamo di quell’epoca, di quella fucina di idee e musica è talmente vivo che anche chi ha aperto un bar giusto lì a fianco ha resuscitato il nome e spopola sui social per il gradimento. Nessuno però è riuscito a mettere di nuovo insieme il Grande Italia di allora. Com’era e dov’era.

Alle spalle di Montanari ci sono sogni e progetti ben piantati per terra. Ha imparato in famiglia la cultura dell’allevamento dei maiali e della produzione di salsicce e salumi; poi negli anni ’70 la svolta produttiva e ora il debutto in prima persona nella vendita al dettaglio.

Tra i servizi offerti c’è anche la consegna a domicilio e il catering ma già nei prossimi giorni, non appena arriveranno le autorizzazioni e il gazebo sarà operativo il salottino davanti al locale, aperto come il locale dalle 9.30 alle 22.30 in tutte le stagioni. Aperitivi o after hour? La sostanza non cambia, molti di quelli che faranno una sosta cercheranno la qualità di oggi e le atmosfere d’un tempo.

Di quel doppio album di dischi a 33 giri ne restano poche copie, conservate gelosamente dai collezionisti. Nel 1973 due dei frequentatori del Grande Italia, Dodo Veroli e Pier Farri, rispettivamente produttore dei Nomadi e discografico della Emi, pensarono di dare voce e microfono a giovani cantanti modenesi in vista di un futuro tour. Così debuttò, ad esempio, Rossana Barbieri (poi voce dei Daniel Santacruz Emsemble). Francesco Guccini e suo fratello Piero cantarono in due brani distinti: poi sarà il primo a diventare arcifamoso. Voce inconfondibili quella di Victor Sogliani (Equipe ’84), di Beppe Carletti e Augusto Daolio dei Nomadi o di altri modenesi per scelta o adozione che avevano fatto del Grande Italia un ritrovo, un rifugio e uno studio dove buttare giù note e testi.

Oggi che in quella piazza c’è spazio per tutti, non c’è più il fermento di quegli anni frizzanti e irripetibili e la competizione è sulle eccellenze alimentari, con nomi e vetrine alternate. Vuoi vedere che l’operazione-nostalgia può riuscire?