«Autostrada sostenibile? Solo affari tra poteri forti»
Dopo la lettera dei sindaci Muzzarelli e Tagliani per sbloccare il progetto la replica di associazioni e comitati: «Arretratezza culturale sul tema trasporti»
«Arretratezza culturale sul tema trasporti che offende l’intelligenza di chi esprime certe opinioni prima ancora di chi le ascolta».
Silvano Tagliavini, portavoce dei comitati e delle associazioni che nella Bassa si oppongono alla Cispadana come autostrada, replica così alla lettera inviata dai sindaci di Modena e Ferrara Muzzarelli e Tagliani a nome delle Provincie di Modena e Ferrara, con la quale i due amministratori chiedevano di rimuovere gli ostacoli che bloccherebbero la realizzazione dell’infrastruttura. Le preoccupazioni dei sindai-presidenti derivano dai ritardi accumulati e dalle ricadute positive sul territorio che ne deriverebbero.
L’analisi di Tagliavini, già dirigente Pds, è invece impietosa: «Vero che l’infrastruttura Cispadana è attesa da decenni (dal 1964) ma i Presidenti dimenticano di precisare che era prevista, fino al giugno 2006, come strada a scorrimento veloce di categoria “C” il cui Progetto Esecutivo era già disponibile, con la relativa Via approvata, già nel 2004. Era sufficiente collegare i vari spezzoni nel frattempo realizzati per completare l’opera, con una spesa immensamente inferiore a quella prevista ora per una autostrada, e dare così risposta alle esigenze di spostamento su gomma dei territori. La bella pensata di realizzare una autostrada di categoria A, con tutte le problematiche progettuali e soprattutto economiche, quelle sono all’origine dei ritardi. Chi è causa del suo mal pianga se stesso...».
I due sindaci del Pd sostengono la tesi che l’autostrada supporterebbe la mobilità sostenibile e lo sviluppo del territorio. «La prima motivazione è palesemente ridicola in se stessa - è la replica - la seconda viene fatta per l’ennesima volta senza portare alcun dato su cui si basa tale teoria».
Tagliavini ammette i bisogni: «Vero che il territorio interessato è privo di un serio collegamento stradale est-ovest, ma è altrettanto vero - puntualizza - che per le necessità del territorio stesso una autostrada è esageratamente sproporzionata e la cosa è confermata dagli stessi Presidenti i quali affermano che il traffico veicolare sarà composto in buona parte dal traffico locale. Una affermazione che cozza con lo Studio di fattibilità, redatto dalla Regione nel 2005, dove si prevedevano fino a 58.000 veicoli al giorno (poi ridimensionati nel 2012 a 36.000 causa crisi economica, il che farebbe vacillare le stesse previsioni di rientro di capitali investiti - vedi BRE.BE.MI). Prevedere una arteria autostradale, per un “traffico locale il cui itinerario si esaurisce all'interno dell’asse cispadano” è perlomeno singolare».
Dopo le contestazioni al progetto anche a livello ministeriale (tanto che il Governo ha avocato la decisione), Tagliani e Muzzarelli chiedono di non cambiare i caselli previsti in quanto questo “imporrebbe la riorganizzazione di tutta la viabilità esterna prevista nel progetto”. Tagliavini replica che «non è il progetto autostradale che si occupa dell’eventuale riorganizzazione della viabilità esterna ma che questa è a carico, progettuale ed economico, della Regione» e ipotizza che così facendo si cerca di aggirare le poche condizioni poste dei sindaci .
«L’ultimo passaggio - conclude riferendosi alla lettera dei due presidenti - si potrebbe definire il più esilarante. Che questa opera, realizzata “grazie alle tecnologie più innovative contribuisce a ridurre gli impatti ambientali e rilanciare la green economy (?) e la mobilità sostenibile (?)”, è una affermazione retorica e fantasiosa (per usare eufemismi). Esilarante, se non fosse che in questi giorni la Commissione per l’Ambiente dell’Ue ha diffuso i dati sull’inquinamento atmosferico, da dove si evince che nel 2012 solo in Italia, il paese più inquinato, le morti premature dovute alle polveri sottili sono state 84.600». Tagliavini chiude auspicando un piano dei trasporti che sposti i volumi di traffico dalla gomma al ferro ed alle vie navigabili, come scritto nella bozza del Ptrit 2010/2020 «che però giace da oltre cinque anni in un cassetto della Regione per evidenti collusioni tra potere politico ed economico a danno di tutta la collettività».