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Aemilia, il gup “aggrava” le accuse ai Bianchini

Aemilia, il gup “aggrava” le accuse ai Bianchini

Nel decreto di rinvio a giudizio contestati anche reati che sembravano caduti «Ma ci difenderemo». E Gerrini chiede di essere interrogato all’abbreviato

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Nel decreto di rinvio a giudizio, il giudice dell’udienza preliminare di Aemilia, Francesca Zavaglia, ripristina le contestazioni di falsa intestazione di appartamenti e di estorsione contro Augusto Bianchini e sua moglie Bruna Braga. Nessuno sconto, dunque, rispetto alle istanze della Direzione Distrettuale Antimafia, che quelle contestazioni aveva reiterato nella richiesta di rinvio a giudizio, confermando tra l’altro il concorso esterno all’associazione mafiosa.

Nessuno sconto anche per i due figli minori di Augusto e Bruna, i quali pur con ruoli e contestazioni secondarie, sono stati a loro volta rinviati a giudizio. Alla lettura del decreto che dispone il giudizio, l’imprenditore sanfeliciano caduto in disgrazia dopo anni di successi, di notorietà e attenzioni anche istituzionali - in molti stanno pubblicando in questi giorni una pagina del Comune di San Felice che celebrava tra l’altro le qualità “ambientaliste” della Bianchini Costruzioni - non era in aula, dove è rimasto per tante udienze. Si era allontanato per una contingenza personale. Ha appreso del rinvio a giudizio solo dopo, al telefono.

Ma c’erano i legali e i loro sostituti. Così il prof Giulio Garuti: «Durante i nostri interventi all’udienza preliminare eravamo convinti di avere fornito ogni utile elemento e ricostruzione, confidavo in un proscioglimento, quantomeno nella decadenza di certe accuse. Rilevo che non sono state tenute in consideazione dal Gup le determinazioni assunte dallo stesso Gip Ziroldi durante le indagini, che quelle contestazioni avevano tolto di mezzo. Ad esempio, l’estorsione ai dipendenti, negli atti, era ascrivibile semmai al Bolognino, non certo ad Augusto...».

Delusione, insomma, per quello che tra i difensori dei 140 rinviati a giudizio viene ora considerato un passaggio di facciata, verso il dibattimento, evidentemente perchè il Giudice ha ritenuto tutte le contestazioni della Dda meritevoli di approfondimento dibattimentale.

«Nel processo a Reggio riproporremo e approfondiremo le nostre buone ragioni...», commenta fiducioso Garuti.

Sul fronte opposto le parti civili. Il legale della Provincia e del Comune di Finale, avvocato Valeria De Biase, nei giorni scorsi è stata contattata anche dal Comune di Mirandola e dall’Area Nord, che evidentemente hanno deciso di costituirsi davvero al dibattimento. Intanto De Biase sta preparando il processo con rito abbreviato che si aprirà l’11 gennaio, nello specifico contro il tecnico del Comune di Finale Giulio Gerrini: essendosi costituita parte civile all’udienza preliminare, lo potrà fare: «Per la Provincia resta anzitutto una costituzione per danni di immagine. Riconosciamo che l’impianto accusatorio della Dda ha superato questo primo vaglio, in una vicenda che resta comunque estremamente articolata, per numero di imputati e tipologie di reati contestati. È rilevante che il processo che si aprirà a Reggio il 23 marzo riguarderà anche tanti casi confermati di concorso esterno e favoreggiamento, in base all’articolo 7».

Il difensore di Gerrini, avvocato Pier Francesco Rossi: «Abbiamo chiesto l’interogatorio. Continueremo a sostenere quanto per noi è evidente: nessun favore alla mafia, nessuna illegalità». Di certo i riti abbreviati di gennaio, molti dei quali contro imputati accusati di associazione mafiosa, segneranno, solcheranno anche il dibattimento di marzo a Reggio. Il primo tempo della partita decisiva, anche per i Bianchini, ricomincia quindi tra 19 giorni a Bologna. (ase)