La tigella regina della tavola: i lettori scelgono la migliore
Una specialità della nostra tradizione gastronomica servita in ristoranti, trattorie, pizzerie e bar Da oggi, compilando il tagliando, si potrà segnalare il locale dove si può gustare quella preferita
MODENA. Amata da tutti, grandi e piccini, osannata dalla tradizione enogastronomica come una delle golosità principali in grado di accontentare i palati: la tigella occupa un posto di rilievo nell’Olimpo della buona tavola modenese.
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Dopo il successo del concorso proposto lo scorso anno dedicato al miglior borlengo, ora la parola passa nuovamente ai lettori, i quali avranno la possibilità di scegliere personalmente quale sia il locale che propone la tigella da premiare. Compilando il tagliando qui a lato, infatti, e consegnandolo in redazione (a mano o per posta) si può segnalare il ristorante, trattoria,
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pizzeria, tavola calda o bar che serve questa “chicca” della tradizione, in tutte le sue gustosissime varianti, sia per quanto riguarda la ricetta base, sia per il condimento.
La tigella, dalla tipica forma di disco, è una leccornia che viene prodotta in diversi modi, con tanti accorgimenti che vi proponiamo di riscoprire. Specialità di confine tra le province di Modena e Bologna, la tigella è uno dei piatti forti dei momenti di convivialità.
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La semplicità degli ingredienti, abbinata al procedimento di realizzazione (secondo alcuni un rituale che ha quasi del sacro), fa della tigella una delle ricette che, da generazioni, si tramandano nell’Appenino emiliano.
La tigella vanta un’origine antica e popolare, intrecciata a doppio filo con le abitudini alimentari delle famiglie contadine le quali, con ingredienti poveri, preparavano queste piccole e semplici focacce dalla forma circolare.
Intorno alla tigella, nel corso degli anni, si è scatenata una notevole diatriba: c’è chi vorrebbe chiamarla crescentina, dal momento che la parola tigella fa riferimento agli strumenti utilizzati,
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un tempo, per realizzarla. Una specie di guerriglia gastronomica incentrata sul suo nome, che, probabilmente, è da ricondurre alla vicinanza del territorio modenese con quello bolognese, rivale gastronomico storico fin dai tempi dei tortellini, in cui l’appellativo crescentina vale solo per quella fritta. Un prodotto, a sua volta protagonista indiscusso della tavola, che all’ombra della Ghirlandina viene chiamato gnocco fritto.
secondo gli usi e i costumi modenesi le tigelle vanno generalmente gustate al riparo dalla confusione delle due città, nelle trattorie di campagna o, meglio ancora, in quelle più rustiche dei borghi appenninici.
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Un pretesto per riscoprire oasi in cui immergersi per assaporare la tigella, dedicandosi a scoprire gli abbinamenti migliori. Tuttavia, queste gustose “focaccine” preparate con un impasto a base di farina, lievito, acqua possono costituire un ottimo alleato per l’aperitivo, sia nei locali che hanno fatto di questo momento di socialità il loro punto di forza, sia nei ristoranti, dove la tigella viene talvolta servita come antipasto, insieme ad un consistente piatto di salumi, formaggi, salse e condimenti vari.
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Con il concorso si potrà diventare veri e propri “talent scout” alla scoperta della migliore tigella o, più semplicemente, questa sarà l’opportunità per segnalare il luogo dove il vostro gusto si delizia da anni.