Modena, fiori per abbattere i muri
Un omaggio sulla Preda Ringadora in favore dell’accoglienza dei profughi
MODENA. Una persona è come un fiore: senza l’acqua muore. L’acqua, simbolo della vita, è anche icona dell’accoglienza. Con questo spirito quasi duecento persone si sono ritrovate ieri pomeriggio in piazza Grande. Donne e uomini, bambini e anziane, tutti uniti da gesti semplici e di cuore. In mano un fiore e una penna. I petali sono deposti sulla Preda Ringadora, lo strumento è servito per firmare l’appello di “Un fiore come un uomo”.
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«È necessario risvegliare le coscienze - ha esordito don Erio - per far sbocciare l’accoglienza. Occorre certamente vigilare, educare il più possibile, essere inflessibili per la legalità. Non si possono erigere muri». Il vescovo ha ricordato come anche l’Italia è stato un popolo di migranti.
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«Pensiamo alla nostra storia nazionale - ha ripreso il vescovo - e a quante volte abbiamo avuto bisogno di andare in Paesi anche lontani. Cosa sarebbe successo se avessimo trovato muri? Quale dramma sarebbe stato per le nostre famiglie? Pensieri così potrebbero far nascere un maggiore senso di accoglienza». A Modena sono partiti progetti in favore dei rifugiati. «Si stanno cercando di sensibilizzare tanti cittadini e tanti cristiani - ha aggiunto don Erio - perché individuino le strutture e le relazioni per accogliere le persone. Non si può improvvisare, ma qualcosa si sta muovendo». In un altro passaggio il vescovo ha aggiunto che «l’Europa ha perso la memoria» e che anche a livello comunitario «c’è bisogno di porte aperte». Un messaggio condiviso da Cécile Kyenge. «Ogni muro che costruiamo - ha detto l’europarlamentare - rischia di diventare una prigione. Accompagnerò la raccolta firme a livello delle istituzioni». Non serve andare lontano per riconoscere che c’è bisogno di una mano. «I profughi viaggiano stipati - ha ricordato Elisa Fangareggi, fondatrice di Time4Life - e tra loro anche tanti bambini. È una strage». Un bimbo si avvicina al filo spinato sotto alla Ringadora. In mano un fiore, che depone in mezzo al reticolato. È una piccola risposta simbolica. Chissà se i “grandi” sapranno coglierla.