Giovanni Tizian, giornalista sotto scorta: il boss mi risarcisca 100mila euro

Nicola Femia, boss delle slot machines
Nicola Femia, boss delle slot machines

Richiesta della parte civile per il nostro collega contro Nicola Femia che lo minacciò di morte per le inchieste sulle slot machines

16 settembre 2016
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MODENA. Il giornalista del Gruppo Espresso Giovanni Tizian ha chiesto un risarcimento da 100mila euro, come danno subito dagli imputati del processo “Black Monkey”, dove a 14 persone è contestata l'associazione mafiosa. È di fine 2011 la telefonata in cui Nicola Femia e un altro imputato parlavano di “sparare in bocca” al giornalista, all'epoca alla Gazzetta di Modena, dopo articoli non graditi.

La cifra è stata quantificata dal difensore di parte civile di Tizian, Enza Rando: l'eventuale somma assegnata dal tribunale di Bologna verrà utilizzata in progetti per giovani giornalisti. Tra le parti civili, 200mila euro sono stati chiesti dall'Ordine dei giornalisti, 500mila euro dal Comune di Imola, 300mila da Libera. Una provvisionale da 500mila euro è stata chiesta dalla Regione,200mila dal Comune di Modena, 200mila da Sistema Gioco Italia. L'avvocatura dello Stato ha chiesto 100mila per ciascun imputato L'avvocato Rando, che oltre a Tizian assiste Libera, il Comune di Imola e l'ordine dei giornalisti, si detta convinta della sussistenza dell'associazione mafiosa ipotizzata dal pm Francesco Caleca, che nelle scorse udienze aveva chiesto condanne fino a 24 anni. Per Rando, il gruppo che faceva capo a Femia, «aveva una sua organizzazione autonoma, un potere di intimidazione riconosciuto: era un'associazione che utilizzava la paura». Proprio di paura Rando ha parlato raccontando la storia di Tizian: «È un giovane con il vizio di scrivere e di fare il giornalista, ma non solo» ha detto. Il legale ha ricordato che la famiglia del giornalista si trasferì dalla Calabria all'Emilia all'inizio degli anni '90 dopo l'omicidio del padre di Tizian, «per cui non sono mai stati individuati gli esecutori materiali, n i mandanti».

A dicembre 2011 «fu raggiunto da una telefonata di un vicequestore di Modena che gli disse: avrai la scorta, sei a rischio e non ti posso dire il perchè. Pensate al terrore enorme che pu aver provato».