Gazzetta di Modena

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Festival Filosofia sull'Agonismo

Esposito a Festival Filosofia: «Keynes potrebbe salvare l’Europa»

di Giulia Manzini
Esposito a Festival Filosofia: «Keynes potrebbe salvare l’Europa»

Esposito: «Stallo per disuguaglianze, profughi e terrorismo. Servono orgoglio e una politica già nota»

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MODENA. Non ha usato perifrasi o giri di parole ieri pomeriggio, in piazza Grande, al Festival della Filosofia, Roberto Esposito, docente di Filosofia Teoretica all'Università Normale di Pisa, nell'affrontare la Lectio Magistralis dal titolo di stretta attualità “La crisi biopolitica dell'Europa”. Nel riassumere per sommi capi i tre grandi nodi all'origine dello stallo dell'Unione europea, Esposito, con grande chiarezza e lucidità argomentativa, ha tuonato contro l'abissale disuguaglianza tra ricchi e poveri, per non tacere sulla persistente pressione sui paesi membri dell'Unione dei profughi in fuga da paesi devastati dalla guerra e infine il terrorismo di matrice fondamentalista che ha generato in paesi di solide radici democratiche come la Francia una involuzione da Stato di diritto a regime di polizia. Ma la crisi, termine filosofico polisemantico, può avere diversi esiti secondo Esposito, cioè può produrre una rigenerazione e un risanamento delle istituzioni europee.

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«La crisi che attanaglia l'Unione - ha rimarcato più volte Esposito - può ingenerare un inatteso scatto d'orgoglio, più che mai necessario adesso che il processo di integrazione tra gli stati membri sembrerebbe attraversare una fase di profonda afasia». «L'unica via d'uscita è cambiare passo - ha dichiarato il relatore - e ripartire da una seria politica di lotta alle disuguaglianze sociali ed economiche; non a caso il principio cardine di tutto il pensiero filosofico illuminista italiano e francese è il concetto di uguaglianza e di emancipazione dallo stato di minorità sociale economica e filosofica». «Ma se cambiare passo può significare anche ritornare all'Utopia primigenia - premette Esposito - allora l'utopia, cioè il ritorno al grande sogno europeista egualitario di Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, è l'unica possibilità realistica di riavviare il progetto federativo europeo rimettendo al centro del dibattito politico l'uguaglianza, la lotta alla disoccupazione e alle sperequazioni sociali». «O cambiamo passo e ritorniamo all'economia keynesiana - tuona animato da grande fervore Esposito - per ridurre le disuguaglianze sociali oppure vinceranno le estreme destre populiste e demagogiche come Le Pen in Francia». La lotta alle disuguaglianze sociali ed economiche deve andare di pari passo con l'adozione da parte di tutti i paesi membri dell'Unione di medesime politiche fiscali allentando le strette maglie del cosiddetto “fiscal compact”. Insomma Esposito prende marcatamente le distanze dal modello capitalista ultra liberista statunitense e da quello autoritario liberticida cinese e russo per proporre una riconversione della politica economica europea dall'economia di mercato all'economia di stato. «Ritornare a Keynes non è utopia - incalza Esposito - è un'opzione concreta facilmente praticabile in Europa dove ancora esiste un welfare state che fa dell'Europa per certi versi un soggetto politico non pienamente compatibile con un'economia di mercato ultra liberista di thatcheriana memoria. «E dato che è la socialdemocrazia è nata in Europa - conclude Esposito - l'Europa ritorni alle sue origini socialdemocratiche per contemperare al meglio il sacro principio della Libertà con quello dell'Uguaglianza».