Modena, Roberta De Piccoli: una vita in musica e parole
Poesia, letteratura, musica: Roberta De Piccoli è musicologa, si occupa di educazione e di ricerca musicale, ma anche di progetti d'interazione artistica tra poesia, fotografia e musica attraverso la produzione scritta e in performance live.
MODENA. Poesia, letteratura, musica: Roberta De Piccoli è musicologa, si occupa di educazione e di ricerca musicale, ma anche di progetti d'interazione artistica tra poesia, fotografia e musica attraverso la produzione scritta e in performance live.
«Dopo aver fatto il conservatorio, ho fatto Lettere e poi Musicologia, coltivando la mia passione per le arti umanistiche e portando avanti collaborazioni con musicisti e fotografi dove metto in atto le mie dinamiche musicali attraverso la parola». Roberta, trevigiana d'origine, modenese d'adozione, è anche musicista e ha iniziato a insegnare pianoforte a soli 17 anni: «Mio padre faceva l'operaio, mia madre la casalinga. Ho iniziato ad insegnare che ero molto giovane sia per passione ma anche per avere la mia indipendenza per le piccole spese come potevano essere la merenda e l'abbonamento del treno - racconta Roberta tenendo in mano la foto del professor Giovanni Morelli con cui si è laureata in Musicologia - Oggi insegno pianoforte per principianti e musica alla scuola media anche se la pratica è diventata qualcosa di secondario nella mia vita, in quanto sono prima di tutto musicologa, ovvero approfondisco la musica attraverso un pensiero più speculativo, la storia della musica, la costruzione del sistema musica, il suo utilizzo e le sue funzioni, l'aspetto più teorico e analitico ad essa collegato».
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Roberta è stata per nove anni critica musicale per il Giornale della musica, corrispondente per gli eventi musicali della nostra città per le attività del Teatro Comunale, della Gioventù musicale, de Gli amici della musica; ha collaborato per diversi anni con Fusorari per la stagione estiva di piazzale Torti, con l'associazione Artegenti per un progetto con la comunità sinti di Modena, con Andrea Capucci ha svolto un lavoro molto approfondito sulla comunità di Fellicarolo, nato come progetto antropologico diventato poi un progetto artistico presentato al Festival Filosofia.
«Nel mio lavoro, nel mio studio, mi ha sempre affascinato scoprire quello che i musicisti non dichiarano e mi piace fare dei paralleli tra linguaggio musicale e letterario: a questo proposito, ho elaborato una metodologia compositiva per gli improvvisatori e di analisi attraverso le funzioni narrative dell'eroe e dell'antagonista». Roberta ha anche collaborato con l'Università Ca' Foscari di Venezia, con la Fondazione Siena Jazz, con il Museo della Scuola e del Libro per l'infanzia - Fondazione Tancredi di Barolo di Torino, con la Fondazione Teatro La Fenice Venezia. Oltre a saggi e articoli di ambito musicologico e di didattica musicale, ha pubblicato raccolte personali di poesia e sue poesie e racconti sono presenti in antologie collettive e produzioni video. «Con mia nonna ho sempre giocato con le parole, era un modo per parlare di me attraverso qualcosa di altro ed è così che ho sviluppato la propensione alla poesia, che mi ha sempre accompagnato: per me la poesia è nella musica e viceversa. La prima è un modo per mettersi in gioco maggiormente, la seconda è diventata la mia professione. Grazie all'insegnamento, poi, imparo ogni giorno tantissimo e approfondisco ciò che da sempre mi interessa di più, in generale: la relazione».