Modena, Daniele Giovanardi imputato per tasse non pagate
Il medico ex presidente della Misericordi, che gestiva i Cie di Modena e Bologna, a processo per mancati versamenti per 150mila euro di ritenute dalle buste paga
MODENA. Una nuova tegola giudiziaria si abbatte su Daniele Giovanardi, medico un tempo a capo del pronto soccorso del Policlinico e anche ex presidente della associazione di volontariato “Misericordia”. Ieri è comparso per la prima udienza, difeso dall’avvocato Fulvio Orlando, a un processo nel quale è imputato unico per una presunto mancato di pagamento delle tasse: secondo quando ha accertato l’Agenzia delle Entrate, nell’arco di tre anni Daniele Giovanardi in qualità di legale rappresentante dell’associazione per Modena non ha versato più di 150mila di euro di imposte dovute dai 70 dipendenti.
Il motivo è che la Misericordia, in quanto associazione e cooperativa, gode di un diverso regime fiscale: niente Iva e niente Irpef, dalla busta paga il datore di lavoro detrae invece le cosiddette “ritenute certificate”, ovvero la quantità di imposte che il datore stesso detrae al lavoratore dal lordo e gira allo Stato. Per essere state tolte, queste parti sono state detratte ma non sono mai state versate, a quanto pare. Per cui risulta un ammanco consistente. Come detto, imputato unico in questo caso è Giovanardi ma questi ha sempre sostenuto di essere stato solo presidente. In effetti il medico gemello del senatore ha sempre e solo ricoperto una carica di prestigio che non aveva nulla a che fare con la contabilità e l’amministrazione in genere. Questa parte gestionale era invece affidata ad Anna Maria Lombardo, da lui licenziata, che però non è stata indagata e ora è estranea al processo. La stessa che attualmente risulta indagata dalla Procura e dalla guardia di finanza per una vicenda che collega la Misericordia alla coop sociale Ghirlandina.
L’udienza di ieri è stata aggiornata al 13 aprile quando inizieranno ad essere ascoltati i numerosi testimoni chiamati: oltre ai dipendenti e a persone informate sui fatti, avrà un ruolo di primo piano la testimonianza dell’ex prefetto Italia Fortunati che conosceva bene la situazione dei rapporti tra la Misericordia, la Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia e la gestione del Cie di Modena.
Il punto riguarda infatti l’insieme di trasferimenti di denaro che dallo Stato andavano alla Misericordia passando prima per la convenzione dallo Stato alla Confederazione nazionale, dato che la gestione tra Modena e lo Stato non era diretta; e quindi il giro contrario, quello delle imposte che la Misericordia doveva versare per i suoi dipendenti allo Stato. La causa iniziata riguarda però solo uno degli aspetti della controversa gestione amministrativa emersa per l’associazione di volontari quando gestiva i Cie di Modena e Bologna. Infatti, è noto che la Misericordia di Modena era stata travolta da un’ondata di debiti e buchi contabili che non era neppure chiaro a quanto ammontassero e anche dai mancati pagamenti dello Stato. Si era parlato di più di un milione e anche di tre milioni. Alla Bper che chiedeva la restituzione di prestiti, Giovanardi ha risposto di tasca sua: senza sottrarsi ai suoi doveri di presidente - anche se non si è mai ritenuto l’autore degli ammanchi - ha consegnato una sostanziosa cifra presa dal suo patrimonio personale che gli ha permesso di garantire per altro tempo l’affidabilità dell’associazione.