Chiara Giovenzana: «Torno a Modena per farla diventare una Silicon Valley»
La storia di Chiara, cervello in fuga che rientra: «Siamo meglio di San Francisco, qui c’è una marcia in più»
Quando un cervello in fuga rientra bisogna fare festa. Ed è stato così anche ieri a Modena, dove una giovane manager modenese ha dato il via ad una nuova esperienza che proietterà la nostra città al centro del mondo.
Lei è Chiara Giovenzana, 36 anni, modenese doc, che dopo la laurea in biotecnologie mediche a pieni voti ha iniziato a girare il pianeta tra borse di studio, dottorati e riconoscimenti, si è affermata con una sua start up a Basilea e poi è volata fino alla Nasa per una esperienza indimenticabile. Selezionata tra oltre duemila persone ha lasciato il segno. In Silicon Valley ha consolidato la sua esperienza di ricercatrice e imprenditrice ed ora è tornata alla base con un progetto ambizioso.
Ce lo spiega?
«In una battuta mi prendono per pazza, ma non c’è problema: portare Modena, tra vent’anni ad essere la nuova Silicon Valley. Cervelli ed investitori dovranno scegliere tra San Francisco e Modena. E sceglieranno Modena, perchè qui la qualità della vita e il contesto è decisamente superiore».
Detto da lei che ha girato il mondo...
«Sono stata fuori dall’Italia più di dieci anni ma posso dire che finalmente sono tornata. Di Modena mi manvaca tutto, dai tortellini della nonna alla capacità delle persone di rendere le cose belle e facili. Noi emiliani siamo così».
Le hanno già detto che è un cervello in fuga che rientra?
«Oggi sono una persona che vuole provare a fare qualcosa di bello per la sua città, lasciare il segno è l’espressione giusta».
Come?
«Con l’esperienza che abbiamo appena inaugurato. Si chiama Singularity University Modena Chapter e ha l’obiettivo di utilizzare le tecnologie per risolvere i grossi problemi del mondo a livello locale. Il nostro scopo è soprattutto quello di creare connessioni, opportunità, nuove possibilità».
Da dove nasce questa esperienza?
«Singularity University (Su) è una benefit corporation nata in Siicon Valley con il supporto di sponsor tra i quali Google, Nasa, Autodesk, Nokia e altri. Ha la mission di impattare un miliardo di persone in 10 anni. Per far questo si impegana a educare, ispirare ed supportare i leader a risolvere le grandi sfide dell'umanità grazie alle tecnologie esponenziali (ovvero tutte quelle tecnologie che progrediscono a ritmi vertiginosi). I punti chiave di Su sono quindi: istruzione, innovazione e comunità. L’ecosistema globale della Singularity University è formato da individui, imprese, istituzioni, investitori e Ong in più di 110 paesi del mondo».
Perché Modena?
«Qui ci sono grandi possibilità, Modena è viva e ha talento. I Chapters sono rappresentanti internazionali di Singularity University a livello locale. Sono supportati dalla comunità degli alunni e degli appassionati e riuniscono persone che in tutto il mondo, interessate a portare avanti la mission dell’organizzazione: utilizzare le tecnologie per risolvere i grossi problemi del mondo a livello locale. Il Chapter di Modena è il quarto in Italia e si aggiunge a quelli di Milano, Roma e Venezia. L'evento di lancio - ieri pomeriggio - del chapter SingularityU Modena, patrocinato dal Comune di Modena e supportato da Democenter, Play Res, Fondazione Fotografia Modena e Fondazione Cassa di Risparmio ha rotto il ghiaccio ed ora cominceremo a fare sul serio».
È il suo lavoro?
«No, lo faccio da volontaria. Nella vita di tutti i giorni, dopo essermi licenziata a marzo dalla Silicon Valley, mi occupo di progetti di consulenza e sto lavorando ad alcune idee per il nostro territorio, tra innovazione e formazione».
L’esperienza più bella?
«Da alunna alla Singularity, è stato affascinante. E quelle dieci settimane alla Nasa non le dimenticherò mai: eravamo in 80 da 35 paesi. Tutti si presentavano: “io sono uno dei dieci hacker più famosi al mondo”, “io sono il primo astronauta koreano”...».
E lei cosa ha detto per presentarsi?
«Sono Chiara, gioco a pallavolo e sono scarsa».
Siamo sicuri che resterà a Modena per sempre?
«Non mi pongo limiti. Oggi sono felicissima, sono qui è ho il mio obiettivo».