Fedro, le favole in versione integrale
Al Famigli di Spilamberto presentazione dell’opera curata da Lorenzo Montanari
SPILAMBERTO. Di Fedro, vissuto agli inizi dell’età imperiale romana, ci sono giunti cinque libri, sicuramente mutili, che ne hanno fatto l’inventore del genere favolistico in versi nella letteratura latina, per quanto l’enorme fortuna che nel tempo ha avuto la sua opera sia inversamente proporzionale al successo riscosso in vita dall’autore, rimasto, per la verità, pressoché anonimo per tutti i secoli del medioevo, nonostante la grande diffusione delle sue favole, e almeno fino a quando il suo nome non compare in testa a una pubblicazione del 1596. Ma anche più tardi si è spesso messa in dubbio l’autenticità dei suoi testi, che, peraltro, in età moderna sono sempre più scivolati nell’alveo della letteratura per l’infanzia restituendo di Fedro l’immagine di un poeta ingenuo, adatto al più per apprendere i primi rudimenti della lingua. Per fare giustizia di tutto ciò è finalmente giunta una nuova traduzione dell’opera completa delle “Favole” ad opera di Lorenzo Montanari, pubblicata nella collana “Classici greci e latini” della Rusconi Libri assieme ad un lungo saggio introduttivo di Paola Corradini sull’uomo e il favolista, che questa sera, alle 20.30, verrà presentata allo Spazio Famigli, con interventi, oltre che di Montanari, del sindaco Umberto Costantini, di Mirella Baldi ed Uliano Morandi, presidente del Circolo Gramsci. A distanza di alcuni decenni dalle ultime edizioni commentate delle Favole, venate forse di paludato accademismo, questa nuova versione si caratterizza per l’approccio di grande scientificità accostato a una scrittura accattivante che la rende appetibile al lettore semplicemente curioso quanto agli specialisti della filologia classica. Emerge, in questa nuova edizione, l’aspetto innovativo dell’approccio di Fedro al genere favolistico, che non considera invito al divertimento puro e semplice ma si propone con la leggerezza di un genere considerabile “basso” solo perché si distingue sia dall’epica che dalla tragedia. È lo stesso Fedro difatti a chiarire in una favola di aver respinto il genere tragico per una scelta precisa e di voler scrivere per un pubblico colto, aderendo così in pieno alla poetica erudita dell’età augustea, nella quale immerge il lettore moderno questa nuova e gradevole versione, con testo originale a fronte, che ci viene proposta da Lorenzo Montanari.