Gazzetta di Modena

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Zero14/ Andiamo a comandare..? No, mettiamo radici e ali all’evoluzione della specie

Monica Tappa
Zero14/ Andiamo a comandare..? No, mettiamo radici e ali all’evoluzione della specie

Genitori e ragazzi in cammino nella modernità, liquida e così faticosa Primo, non abdicare. E ricordarsi che nessuno è il centro del mondo

14 gennaio 2017
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MODENA. Il 22 gennaio, a Carpi, Teatro Comunale, Telmo Pievani e la Banda Osiris portano in scena, con ironia e leggerezza, niente meno che l'evoluzione. «Uno spettacolo per giovani e adulti - spiega Pievani - che divertendosi condividono con noi sul palco le ultime ricerche sulla trasformazione nel tempo di maschi e femmine. E, tra una battuta e l'altra, ci ricorda anche che, per migliorare il nostro rapporto con l'ambiente e con gli altri dobbiamo partire dall'assunto che nessuno di noi è il centro del mondo. Il messaggio? La diversità, il vero motore del cambiamento e della creatività. La natura è arcobaleno, contiene di tutto». Evoluzione, cambiamento, diversità, creatività: in questa “modernità liquida”, avrebbe detto Bauman, si fa fatica. I ragazzi come gli adulti: la comunicazione è spesso fragile, interrotta, prende diramazioni strane, si arrocca su poche convinzioni che invece di far da radici e da “base” per la crescita, si trasformano in àncore pesanti, in piombi alle caviglie e ci ingabbiano lì, in quella zona comfort che un po' la ferma, l'evoluzione. Sono importanti, le regole, i confini. Eppure non sono più così nette, scontate. Lo ripetono molti studiosi e operatori: non funzionano più i comandi, quelli che “bastava uno sguardo” e ci mettevamo quieti.

«Il potere gerarchico non basta più, genitori e insegnanti sono sempre meno protetti nei loro ruoli e non è ribellione ma un modo diverso di sentire le cose» spiega lo psicologo, psicoterapeuta e formatore Marco Vinicio Masoni nel suo “Ragazzi che odiano la scuola. Come negoziare con i più difficili” (Ed. Fabbrica dei Segni). Gli fanno eco molti autori di narrativa contemporanea che con i ragazzi organizzano laboratori e incontri. I ragazzi hanno voglia di essere ascoltati, compresi, conquistati, non vogliono ricevere solo ordini e comandi. Hanno molto da dare ma è un attimo allontanarli, ripetono, come voci sole che si trasformano in coro. Non a caso molta letteratura per ragazzi e giovani adulti parla, con un linguaggio che a loro è familiare, di temi forti: bullismo, solitudine, diversità, suicidio, e amicizia, tenacia, coraggio, fantasia. Non è (spesso) vero che i ragazzi non leggono, sono svogliati, bambocci (“ini” oppure “oni” che si voglia definirli). A volte manca lo stimolo, l'interesse, la partecipazione, la comprensione dell'adulto. Siamo responsabili, spesso. Lo siamo soprattutto perché, con mille ottime ragioni che possiamo elencare, siamo sempre di corsa e deleghiamo. Ma deleghiamo male. Cerchiamo “fuori” la soluzione: la cerchiamo a scuola, se a casa non va bene; la cerchiamo nei libri, nella tv, nei professionisti.

In realtà, più che delegare, a volte abdichiamo: al nostro ruolo, alle nostre responsabilità. Involontariamente, certo Non cerchiamo e troviamo più soluzioni nostre. Un bimbo teme il buio? Si corre alla ricerca di un libro, uno psicologo, un tutorial. E va benissimo il confronto, lo scambio. Ma dove siamo noi? Noi adulti?

C'è un bellissimo video su Youtube: Alike, di Daniel Martínez Lara e Rafa Cano Méndez, Premio Goya 2016 come Miglior corto animato. Racconta, con poesia e delicatezza, come un adulto possa, involontariamente, distruggere la spinta verso il futuro di un bambino perché lui stesso si è spento. Questi ragazzini sono il presente e il futuro. Diamo loro radici e ali.