Gazzetta di Modena

Modena

dopo l’interdittiva a bianchini 

Quei controlli antimafia fantasma 

Verifiche dell’ufficio Segreteria fatte partire soltanto dal 2014

10 marzo 2017
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Un’interdittiva circostanziata, con diversi nomi di persone, tra cui Michele Bolognino, che a fine udienza si lamenterà per essere sempre chiamato in causa, e aziende che avevano collaborato con la Bianchini Costruzioni e su cui si era soffermata l’Antimafia. Ma quel documento, inviato dalla Prefettura di Modena in Comune a Finale, è stato a lungo sottovalutato. Nessuno si è preso l’impegno di controllare chi e cosa facessero i soggetti citati e nessuno è andato a vedere se per caso la Bacchi, azienda di Reggio Emilia finita nei guai, fosse fornitrice anche di Finale. Ci si è limitati, ammette il sindaco Ferioli, a chiedere conto a Giulio Gerrini, vero accentratore di tutto il “sistema Finale”, come lo chiama Maurizio Poletti. Gerrini dice che va tutto bene e così ci si fida.
Ma quello del mancato controllo su Bianchini e le sue frequentazioni è soltanto un esempio di come funzionassero gli uffici del municipio visto che almeno fino alla fine del 2013 i cantieri pubblici si aprivano e chiudevano senza contratti e che la documentazione finiva all’ufficio Segreteria e alla segretaria reggente, Monica Mantovani, soltanto a distanza di mesi. «Scrivevo mail - spiega - ma i colleghi erano in imbarazzo perché Gerrini non dava loro né le carte e neppure indicazioni, quindi non sapevano cosa dovevano spedirmi». Proprio la Mantovani, a metà 2014, per una scadenza con la Corte dei Conti, elabora un prospetto di tutti gli incarichi affidati da Gerrini e dai suoi collaboratori, evidenziando diverse anomalie. Mancano spesso i documenti antimafia, così come emergono varianti in corso d’opera che eccedono ben oltre il 5% consentito dalla Legge. Una gestione superficiale, dovuta forse dalla necessità di rispettare gli input regionali che chiedevano ai Comuni di spendere tutti i soldi deliberati dalla Ue, ma comunque non certo adatta per alzare quelle barriere anti infiltrazioni necessarie a dissuadere la criminalità organizzata. Che a Finale, va ribadito, non si è infiltrata, diventando invece un piccolo centro di potere sull’asse Gerrini-Bianchini, che nei primi anni 2000 avevano avuto un rapporto diretto: il geometra comunale aveva infatti collaborato con l’azienda sanfeliciana. Un legame che ha innescato favoritismi nell’assegnazione degli appalti comunali? Una sottoposta di Gerrini, sollecitata dal pm Mescolini, rigetta la tesi.(fd)