Elisa Paganelli: la matita maschiaccia che è rimasta bambina
Illustratrice per vocazione, ma anche grazie a una prof. del Venturi La campagna e il profumo dei primi libri, in biblioteca a Modena Est
“Fin da piccolina mi sono sempre sentita attratta dalla carta e dal suo profumo, leggere un libro era come viaggiare attraverso spazio e tempo, disegnare era un modo per continuare il viaggio. Dicevo: “Da grande voglio fare l’artista”. A scuola attendevo con ansia arrivassero le ore di educazione artistica, mi affascinava immaginare la vita dei grandi artisti come Leonardo da Vinci”. Incontriamo Elisa Paganelli, 31 anni, nella splendida campagna di Panzano di Castelfranco Emilia dove abita. Nella vita, Elisa disegna libri per ragazzi e scherzosamente si definisce un’eremita di campagna, accompagnata da una tazza di tè e dai suoi assistenti a quattro zampe, al fianco del suo compagno di vita. “Ricordo bene il profumo speciale dei libri che prendevo insieme a mia madre alla biblioteca di quartiere a Modena Est, e quello delle pagine patinate dell’enciclopedia degli animali illustrata nello scaffale del salotto di casa.
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Passavo ore a sfogliare con meraviglia questi volumi, mi sembravano enormi, e mi stupivo nello scoprire quante specie abitassero il nostro mondo”. Elisa confessa che era bimba un po’ maschiaccia, “mi piacevano la vita all’aria aperta e lo sport e se da un lato apprezzavo la compagnia, rimanevano per me importanti i momenti di introspezione. In quanto a giochi e avventure non era per forza necessario spostarsi da casa, la fantasia è il miglior biglietto per viaggi straordinari quando si è bambini. Non avevo molti compagni di giochi ma quando qualche amica veniva a trovarmi, organizzavo una caccia al tesoro o percorsi a sorpresa. Ci piaceva scorrazzare per i parchi e la campagna, si giocava a palla lungo la strada, si girava liberi in bicicletta, tutta un’altra storia rispetto a oggi. Poi c’è stato il periodo del Game Boy e l’arrivo dei primi computer ancora in bianco e nero: i primi programmi di disegno digitale e il tutorial delle varie funzioni del mouse, clicca, trascina, ecc. Oggi ci sembra assurdo, ma esistevano i tutoral per il mouse...”.
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Tra tutti i libri che ha letto in quel periodo (Daniel Pennac, Roal Dahl, Bianca Pitzorno) uno in particolare Elisa lo conserva gelosamente: “L’isola del tempo perso” di Silvana Gandolfi. “Ho sempre simpatizzato per i personaggi “bastian contrari” e per questo a volte soli, ma vivi, emozionanti, ricchi di ideali. Uno dei miei film preferiti da bambina è “Hook, Capitan Uncino”, dove il mondo dei bambini ancora privo di limiti e sovrastrutture si scontra con quello degli adulti”. Al momento di scegliere la scuola superiore Elisa non ha avuto dubbi. “Il primo giorno al Venturi mi sono guardata intorno e ho capito che quello era il mio posto e lì piano piano ho anche capito che “voler fare l’artista” è una dichiarazione totalmente priva di significato. Ho avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino Antonella Battilani, persona immensa prima ancora che una grande professoressa, a cui devo l’avermi fatto conoscere l’illustrazione per l’infanzia, tra le altre cose”. Dopo il Venturi, Elisa ha frequentato lo IED di Torino. “Tornata a Modena ho lavorato un anno presso un’agenzia di comunicazione come grafica pubblicitaria e lì ho capito che a volte un buon contratto non fa la felicità, così mi sono messa in proprio e ho aperto uno studio creativo nel centro di Modena (Teapot Store), un’esperienza di formazione unica per più di sei anni della mia vita”. In quegli anni Elisa ha ricevuto il premio Ascom Confcommercio “L’idea si fa impresa” e il premio Cna “Donne emergenti”. “Il mestiere dell’illustratore, come qualunque attività espressiva, richiede un grande lavoro su sé stessi. Che si tratti di fare uno scarabocchio o un’opera complessa, il disegno è comunicazione, e per farlo bisogna mantenersi aperti agli stimoli esterni, sapersi ascoltare. Scegliere di dedicarmi a tempo pieno all’illustrazione è stato come ritrovare la bambina che ero, come riprendere in mano liberamente quella matita lasciata sul blocco da disegno”. Negli ultimi anni Elisa ha lavorato tra gli altri con EL, Mondadori, Il Battello a Vapore, Franco Cosimo Panini, Giunti, Lapis...Tra le prossime uscite: una collana di 4 volumi con DeAgostini scritta da due pedagogisti, una collana di 6 volumi di divulgazione con EL Edizioni, ed un paio di libri con Usborne Publishing. “Il mio processo creativo è piuttosto borderline: a volte l’idea arriva all’improvviso, altre richiede tanta ricerca. Leggo il testo su cui devo lavorare e schizzo le prime immagini che la mente mi suggerisce, mano a mano definisco i dettagli fino a produrre un’illustrazione al tratto che si avvicina a ciò che avevo in mente. Mi piace trovare modi divertenti di caratterizzare i protagonisti di ogni racconto, ultimamente ho una certa ossessione per le lentiggini e i capelli rossi! In cantiere ho diversi progetti con il mercato anglosassone, e negli Stati Uniti sono rappresentata dall’agenzia Astound US – conclude Elisa - Ogni progetto a modo suo ha lasciato un segno nel mio percorso e sono grata del contributo che ognuno ha dato alla mia crescita stilistica. Tratto, colori, soggetti sono sempre in evoluzione proprio grazie alla ricerca personale e allo stimolo proveniente dalle richieste degli editori. In futuro mi piacerebbe potermi dedicare a progetti che trattino temi umanitari e ambientali”.