l’iniziativa
Quando il bullo è buono: ecco il primo braccialetto
di Chiara Tassi
Ecco un bel progetto legato al bullismo nato sul sul nostro territorio. L’associazione è Tutti Insieme con Gioia di Marano sul Panaro, il progetto Il Bullo buono. «Come associazione noi abbiamo a che...
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Ecco un bel progetto legato al bullismo nato sul sul nostro territorio. L’associazione è Tutti Insieme con Gioia di Marano sul Panaro, il progetto Il Bullo buono. «Come associazione noi abbiamo a che fare ogni giorno con ragazzi disabili – ci racconta Giovanna Gibellini, volontaria da 28 anni – e il bullismo è purtroppo un tema che spesso ricorre nei nostri incontri. O perché i ragazzi hanno vissuto episodi spiacevoli in prima persona, o perché sanno di compagni di classe o di amici che sono vittime di bulli. Lo scorso anno, poi, mia figlia, a scuola, è stata testimone di un caso di bullismo buono: un amico di un anno più grande che frequenta la stessa scuola l’aveva presa in mezzo per cercare di farle superare la sua timidezza ma lo faceva in modo scherzoso, furbo, senza offenderla ma anzi creando con lei un legame speciale. Da li, quindi, è nata l’idea del Bullo Buono».
Si tratta di un braccialetto o una collana – una cordicella di tessuto ed un bullone di metallo- che può essere indossato da tutti quegli studenti ed operatori della scuola che scelgono di diventare bulli buoni, pronti ad aiutare i compagni in difficoltà, a difenderli e soprattutto convinti nel dire no a qualunque azione aggressiva. Il Bullo buono è stato poi distribuito all’interno delle scuole superiori e medie del distretto di Vignola e di Marano s/Panaro che hanno aderito al progetto X-Man, un incontro tra volontariato locale e studenti: ai ragazzi il braccialetto è piaciuto e in tanti si sono voluti fare promotori di questo bullismo sano a favore del prossimo, tanto che ora l’associazione – che già ha prodotto 850 braccialetti - sta pensando di replicare il progetto per allargarlo anche ad altre realtà. «Abbiamo ragazzini che ci chiamano per chiederci come fare ad avere il braccialetto – aggiunge soddisfatta Giovanna - E’ bello sapere che, anche se tramite un piccolo gadget, riusciamo ad arrivare con un concetto così importante a tanti giovani, perché il bullismo si sconfigge anche portando il fenomeno allo scoperto, parlandone e facendo si che i ragazzi che sono vittime di comportamenti aggressivi sappiano di essere circondati da persone che sono al loro fianco». Proprio per allargare il progetto, ma anche per sostenere l’associazione in tante altre attività (dal teatro ai laboratori manuali aperti a disabili e non) l’associazione è alla ricerca di volontari. «Io ho iniziato a fare volontariato a 18 anni –conclude Giovanna- ho un fratello disabile e da sempre sono stata sensibile al tema, ma vi assicuro che quello che trasmettono questi ragazzi non è spiegabile, lo si può capire solo standogli vicini». E dopo il Bullo buono arriva la droga buona: fare volontariato.
Si tratta di un braccialetto o una collana – una cordicella di tessuto ed un bullone di metallo- che può essere indossato da tutti quegli studenti ed operatori della scuola che scelgono di diventare bulli buoni, pronti ad aiutare i compagni in difficoltà, a difenderli e soprattutto convinti nel dire no a qualunque azione aggressiva. Il Bullo buono è stato poi distribuito all’interno delle scuole superiori e medie del distretto di Vignola e di Marano s/Panaro che hanno aderito al progetto X-Man, un incontro tra volontariato locale e studenti: ai ragazzi il braccialetto è piaciuto e in tanti si sono voluti fare promotori di questo bullismo sano a favore del prossimo, tanto che ora l’associazione – che già ha prodotto 850 braccialetti - sta pensando di replicare il progetto per allargarlo anche ad altre realtà. «Abbiamo ragazzini che ci chiamano per chiederci come fare ad avere il braccialetto – aggiunge soddisfatta Giovanna - E’ bello sapere che, anche se tramite un piccolo gadget, riusciamo ad arrivare con un concetto così importante a tanti giovani, perché il bullismo si sconfigge anche portando il fenomeno allo scoperto, parlandone e facendo si che i ragazzi che sono vittime di comportamenti aggressivi sappiano di essere circondati da persone che sono al loro fianco». Proprio per allargare il progetto, ma anche per sostenere l’associazione in tante altre attività (dal teatro ai laboratori manuali aperti a disabili e non) l’associazione è alla ricerca di volontari. «Io ho iniziato a fare volontariato a 18 anni –conclude Giovanna- ho un fratello disabile e da sempre sono stata sensibile al tema, ma vi assicuro che quello che trasmettono questi ragazzi non è spiegabile, lo si può capire solo standogli vicini». E dopo il Bullo buono arriva la droga buona: fare volontariato.