Medolla, i banditi delle casseforti sfidano la Bassa
Secondo colpo in pochi giorni al Sigma con un machete. I carabinieri allertano tutti i direttori dei supermarket
MEDOLLA. Sette notti di colpi incessanti, ai danni di cinque supermercati della Bassa e all’Aimag di Mirandola, per un bottino complessivo di 100mila euro sottratti dalle casseforti violate. In barba a tutto e a tutti. Alla rabbia e allo scoramento dei proprietari dei negozi presi di mira, che si sono visti depredare del frutto del lavoro quotidiano, per somme ingenti, notte dopo notte. In barba al grande dispiegamento di forze dell’ordine - tra carabinieri di tutte le caserme della Bassa e nucleo investigativo di Carpi - che da giorni danno loro la caccia incessantemente. In barba al panico e al senso d’insicurezza e abbandono che ormai pervade i cittadini per questa criminalità travolgente.
Gli stessi cittadini e commercianti in mezzo ai quali molto probabilmente vivono. Perché la banda delle casseforti che sta mettendo a dura prova la pazienza un po’ di tutti, composta da tre uomini presumibilmente italiani e della zona, semplicemente è spregiudicata. E con grande spavalderia ha messo a segno l’ennesimo colpo. Tornando - e questo è quasi un colmo - là dove lo aveva già tentato e fallito martedì notte: al Sigma di Medolla. Che è stato nuovamente assaltato, giovedì alle 23.30, questa volta con successo: cassaforte scassinata e svuotata dei 500 euro di fondo cassa che conteneva. Appena due notti dopo dal primo tentativo andato a vuoto. E a solo una notte di distanza, invece, dal colpo grosso all’Aimag di mercoledì che ha fruttato ai tre predoni 30mila euro, razziati dalle casseforti, e altri 1500 euro fatti sparire, sempre dalla cassaforte, al discount Ecu di San Prospero.
Ma gli appetiti famelici della banda non erano ancora sazi. E lo smacco di non essere riuscita a mettere la mani sulla cassaforte del Sigma di Medolla - perché interrotta dal pronto intervento della vigilanza La Patria - l’ha indotta ad entrare nuovamente in azione sullo stesso “luogo del delitto”.
«L’allarme è scattato alle 23.30 circa - spiega il responsabile del negozio - e ho subito pensato: “Ecco, ci risiamo”. Così mi sono precipitato qui per scoprire, amaramente, che stavolta ce l’avevano fatta. Le telecamere hanno ripreso sempre tre uomini, con passamontagna e guanti, e con in mano nuovi attrezzi del mestiere: un piccone, un piede di porco e una mazza con cui hanno prima forzato la porta d’ingresso dei dipendenti, sul lato a fianco dello stabile, per entrare, poi manomesso e tranciato i fili del sistema d’allarme, nel tentativo di interromperne il suono insistente, e infine diretti nell’ufficio dove abbiamo la cassaforte. Che hanno scassinato e svuotato lasciando giusto qualche monetina di fondo cassa. Dopo di che sono fuggiti dalla porta da cui erano entrati nel tentato colpo di martedì. Sia io che il servizio di vigilanza, e in seguito anche i carabinieri e la proprietaria del negozio, Bruna Lami, ci siamo precipitati qui il prima possibile. Ma dei ladri non c’era più traccia. Quello che hanno lasciato è una marea di danni: migliaia di euro sia per la porta e la cassaforte scassinate che per il sistema di allarme manomesso. Oltre allo stress fisico e psicologico che tutto questo comporta. Perché l’allarme che suona, di notte, già ti fa pensare a quello che purtroppo troverai arrivando qui…».
Ed ora è davvero caccia all’uomo, in tutta la Bassa. Con un dispiegamento di mezzi e risorse che se già si era fortificato a seguito del colpo grosso all’Aimag di mercoledì, dopo il colpo “bis” al Sigma di Medolla si è maggiormente intensificato. I carabinieri, poi, per ovviare al problema delle razzie delle casseforti, hanno anche catechizzato uno ad uno tutti i direttori dei supermercati presi di mira e quelli ancora “salvi”, intimando di non lasciare più denaro all’interno. Nel frattempo le indagini proseguono a ritmi serrati e la banda potrebbe avere davvero le ore contate.