processo aemilia. presentate le nuove indagini
Carabinieri detective di Modena «Il pentito Giglio è attendibile»
REGGIO EMILIA. Conclusi gli interventi delle Parti Civili, ieri il Processo Aemilia ha fatto registrare un nuovo passo avanti. Sono stati infatti presentati dal maresciallo Emidio D’Agostino dei...
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REGGIO EMILIA. Conclusi gli interventi delle Parti Civili, ieri il Processo Aemilia ha fatto registrare un nuovo passo avanti.
Sono stati infatti presentati dal maresciallo Emidio D’Agostino dei carabinieri di Modena tutti i riscontri delegati dalla Direzione Distrettuale antimafia di Bologna, per accertare se siano credibili le rivelazioni del pentito del maxi processo, l’ex imprenditore Pino Giglio. Ne è scaturito un fiume di vicende, che sono state ripassate una ad una, elencando telefonate, registrazioni ambientali, testimonianze. Nella sostanza, è stata ribadita la contiguità dalla cosca emiliana sotto processo a Reggio con la casa madre della Cosca cutrese, di cui Nicolino Grande Aracri (oggi al carcere duro, ad Opera) è considerato il capo.
Più volte, mostrando le celle agganciate dai telefonini, è emerso come i vari Michele Bolognino (quello che forniva gli operai ai Bianchini) e Gaetano Blasco, con altri, frequentassero la casa di Nicolino Grande Aracri.
In un caso, Bolognino, come aveva detto Giglio, è stato intercettato nella “taverna” di Nicolino. I carabinieri hanno definito un quadro anche più ampio, con le visite nel reggiano di esponenti della cosca cutrese degli Arena (coinvolta nella strage di Duisburg), così come della latitanza di ricercati che alloggiavano negli alberghi modenesi.
I militari su questi temi hanno incrociato le indagini dei carabinieri calabresi (che dal 2006 registravano i tentativi di accordo tra le cosche calabresi, da una parte i Grande Aracri e Nicoscia, dall’altra gli Arena) con quelle dei carabinieri di Modena, che si occupavano della bomba alla Agenzia delle entrate, di cui sono ritenuti responsabili esponenti della famiglia Pelaggi di Sassuolo, a loro volta indebitati con la Cosca Arena, i cui esponenti erano stati inviati poco tempo prima nel modenese, per risolvere il debito. Questa fase ha contemplato anche la riunificazione dei processi Aemilia con Aemilia bis, tranne alcuni aspetti. All’udienza di ieri, tra il pubblico, erano presenti (come sempre) una delegazione di Libera e il consigliere regionale Giulia Gibertoni. (ase)
Sono stati infatti presentati dal maresciallo Emidio D’Agostino dei carabinieri di Modena tutti i riscontri delegati dalla Direzione Distrettuale antimafia di Bologna, per accertare se siano credibili le rivelazioni del pentito del maxi processo, l’ex imprenditore Pino Giglio. Ne è scaturito un fiume di vicende, che sono state ripassate una ad una, elencando telefonate, registrazioni ambientali, testimonianze. Nella sostanza, è stata ribadita la contiguità dalla cosca emiliana sotto processo a Reggio con la casa madre della Cosca cutrese, di cui Nicolino Grande Aracri (oggi al carcere duro, ad Opera) è considerato il capo.
Più volte, mostrando le celle agganciate dai telefonini, è emerso come i vari Michele Bolognino (quello che forniva gli operai ai Bianchini) e Gaetano Blasco, con altri, frequentassero la casa di Nicolino Grande Aracri.
In un caso, Bolognino, come aveva detto Giglio, è stato intercettato nella “taverna” di Nicolino. I carabinieri hanno definito un quadro anche più ampio, con le visite nel reggiano di esponenti della cosca cutrese degli Arena (coinvolta nella strage di Duisburg), così come della latitanza di ricercati che alloggiavano negli alberghi modenesi.
I militari su questi temi hanno incrociato le indagini dei carabinieri calabresi (che dal 2006 registravano i tentativi di accordo tra le cosche calabresi, da una parte i Grande Aracri e Nicoscia, dall’altra gli Arena) con quelle dei carabinieri di Modena, che si occupavano della bomba alla Agenzia delle entrate, di cui sono ritenuti responsabili esponenti della famiglia Pelaggi di Sassuolo, a loro volta indebitati con la Cosca Arena, i cui esponenti erano stati inviati poco tempo prima nel modenese, per risolvere il debito. Questa fase ha contemplato anche la riunificazione dei processi Aemilia con Aemilia bis, tranne alcuni aspetti. All’udienza di ieri, tra il pubblico, erano presenti (come sempre) una delegazione di Libera e il consigliere regionale Giulia Gibertoni. (ase)